VULNUS…LA FERITA DELLA PANDEMA E DEI LOCKDOWN..IN MEZZO A UN MARE D’AMORE

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DRAGNET & LA NEVE

VULNUS

Autoproduzione

 

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“Vulnus “ ovvero “Ferita” in latino, nasce da un’idea di Barnaba Mario , cantante del duo DRAGNET & LA NEVE e la partecipazione di Davide La Neve alla chitarra.

Le tracce sono state tutte registrate a Ostuni presso lo studio di registrazione di Francesco Putignano, amico e fonico del duo, che abbraccia la stesura del lavoro in pre-pandemia nel 2020.

In ogni singola la traccia elemento comune è la chitarra che, sia acustica o elettrica, è suonata da Davide La Neve che prende come riferimento i grandi classici del Rock anni 90 come i Gun’s and Roses fino ad arrivare al suono incisivo post-moderno dei Kaleo.

Lo studio della scrittura del disco ha fondamenta nel rap italiano che muta lì dove la chitarra incisiva permette alla voce di aprirsi con ritornelli pieni di chorus fino a fondere due tipi di sonorità.

Ogni traccia è stata accuratamente revisionata e mixata da Francesco Putignano e William Muschio che né ha poi curato il master totale.

Solo nella prima traccia abbiamo la collaborazione e il lavoro del tecnico del suono Francesco Barletta del “Last Floor Studio” sito a San Michele Salentino (Br).

Il disco presenta collaborazioni come il noto Moder, rapper della provincia di Ravenna, fondatore del collettivo “Il lato oscuro della costa”, che vanta collaborazioni con Claver Gold, Wiser keegan e tanti altri rapper del panorama rap e non solo, Moder è presente nella traccia nr. 3 “Sii te stesso”.

Altra collaborazione importante nel disco è la presenza del maestro di armonica Martino Palmisano in un’intera traccia, esattamente la nr. 5 ovvero “Jack”, il maestro residente nel brindisino ha contribuito a ricreare all’interno del singolo un ambiente da pub che ricorda molto le lontani pub-house americane con uno stile più unico che raro.

Ultime ma non meno importanti le collaborazioni di Xoblaim e Gegh Murakami all’anagrafe Samuele Fiorella e Eugenio D’amico noti artisti del panorama trap underground entrambi  compaesani e amici del duo Dragnet & La Neve.

Le sonorità del disco spaziano dal rock anni 90 sino ad arrivare alla new wave della trap dando modo di spaziare con gli argomenti trattando testi che fanno parte della rocambolesca vita del duo , un disco emotivo e  motivazionale che suona classic rock ma anche grunge, un mondo da scoprire.

 

Elenco tracce:             

  • Com’era prima
  • Sabbie Mobili
  • Sii te stesso feat. Moder
  • Alaska Pt. 3 feat Xoblaim & Gegh
  • Jack feat. Martino Palmisano

 

BIO DRAGNET & LA NEVE

 

Mario Barnaba  conosciuto anche come Dragnet o Il Ragno classe 92, nato a Francavilla Fontana. Rapper militante  nella provincia di Brindisi, instaura un rapporto solido con la cultura hip hop

fondando nel 2012 la Brindisi Hip-Hop Community, movimento che vede le teste hip-hop della provincia riunirsi sotto un unico nome, pubblicando ”Brindisi Hip Hop Community Compilation”

una compilation fisica dei migliori rapper brindisini.Nel 2016 l’incontro con Dj Fastcut segna la collaborazione che vede pubblicare “ Meglio Cartone Animato che Coglione E.P. “ con

all’interno 3 produzioni con quest’ultimo e una produzione di Dj Nuck. Nel 2017 con l’entrata in RapPirata Puglia, crew del rapper Fabiano Ballarin meglio conosciuto come Inoki,

viene pubblicato “ M.A.R.I.O.”  disco ufficiale targato ”RAP PIRATA PUGLIA” con all’interno diverse collaborazioni da cui sono stati estratti due video e una best collabo da parte del noto

rapper Vacca. Nel 2019 pubblica “Araneae” un e.p. con all’interno Wiser Keegan e Dj Fastcut dei Dead Poets. Nel 2020 insieme ad Orso, Francesco Andriola, fondano i BeardBoyzClick ,

un duo che si presenta con un rap hardcore e crudo con tematiche sociali. Con le varie uscite presenti sulle piattaforme, lo studio della musica per Mario non si ferma, dedicando e

concentrando l’attenzione nel corso del 2020/2021 non solo al rap ma anche al rock insieme a Davide la Neve, chitarrista, lavorando con la collaborazione di Francesco Putignano,

produttore e fonico, a delle sonorità più indie e tranquile parallelamente ai progetti portati avanti con i BeardBoyzClick. Nel 2021 lascia definitivamente il percorso con RapPirata

per dedicarsi esclusivamentealla musica indipendente, ricreando un proprio spazio tra i vari social ogni opera fino ad ora lavorata è pubblicata sui maggiori vettori di ascolto e

di visione quali, Spotify, I-tunes, Google music and more.

 

Davide La Neve conosciuto come La Neve classe 1997, nasce a Ostuni. Impegna la maggior parte della sua adolescenza allo studio da autodidatta al mondo della musica rock, concentrandosi

sulle sonorità della chitarra classica, acustica e elettrica. L’attenzione si sofferma sullo studio dei grandi classici del rock quali, Gun’s and Roses, Metallica, Red hot Chili Peppers, Eric Clapton,

fino ad arrivare ad oggi a band più contemporanee come i Kaleo, Imagine Dragons e cantanti come Ed Sheeran.

L’influenze di questi ultimi fanno scoprire a Davide la necessità di intraprendere una propria tecnica e comuncarla agli ascoltatori prima disinguendosi sui social con la realizzazione di varie

cover e poi tramite la scrittura e l’arrangiamento di vari pezzi mai usciti. Amico decennale di Mario, tentano insieme, un tentivo di uscita nel 2018 sotto il nome di D.GHOST pubblicando

il primo singolo del duo con annesso video. Nel 2019 inizia la collaborazione ufficiale, quando la crescita professionale e artistica, porta i due a

intraprendere lo studio delle sonorità indie-rock e rap fino a farle collidere, facendo così nascere il duO DRAGNET & LA NEVE con il loro primo singolo “COM’ERA PRIMA”, ufficialiandosì così

come primo chitarrista del duo.

 

 

L’intervista

 

Quando avete iniziato a fare musica?

 

Mario o meglio, Il Ragno, ha iniziato all’età di 18 anni frequentando la scena provinciale del rap brindisino , di lì ha sempre avuto l’impegno per il sociale organizzando numerosi eventi live e freestyle anche per strada, creando così una rete di conoscenze che fino a poco tempo fa lo ha fatto anche collaborare con Inoki ness, nella sua Rap Pirata crew diventando il responsabile regionale e inserendosi nel nazionale da li a poco.

Davide ha cominciato da autodidatta all’età di 13 anni strimpellando con la prima chitarra classica i grandi classici del rock dei Guns and Roses, Led Zeppelin e tanti altri ancora, fino ad arrivare all’età di vent’anni dove sempre a livello amatoriale è riuscito da solo a comprare una “Gibson” e a cimentarsi nei primi arrangiamenti composti da solo.

Le strade si sono unite nel 2016 quando per gioco provammo a fare uscire un singolo a cui lavorammo assieme addirittura con l’uscita di un video che non ebbe molto riscontro, poi nel 2020 la rimpatriata con un paio di amici ci ha rifatto collaborare insieme a un primo singolo uscito il 3 Dicembre 2021 dal nome “Com’era prima”, abbiamo utilizzato tutto l’arco della pandemia per lavorare ai nostri suoni e al nostro disco, registrando in un anno più di 30 tracce di cui solo 5 nel disco “Vulnus” hanno visto la luce.

 

 

Con quali artisti siete cresciuti?

 

Potremmo parlare di tantissimi artisti che ci hanno inspirato, viste le contaminazioni che portiamo con il nostro genere, e sono uno più importante dell’altro, non possiamo non citare i Kaleo come gruppo contemporaneo sotto il profilo delle sonorità e per il lato della scrittura artisti contemporanei come Murubutu e Claver Gold che rispecchiano il passato di Mario, cantante del duo, immerso da anni nel rap underground. Particolare influenza la si è avuta grazie anche ai grandi classici del rock e del blues, come Slash chitarrista dello storico gruppo dei Guns and Roses ancora attivo, Jimmy Page, chitarrista e fondatore del gruppo dei Led Zeppelin e Jhon Mayer, chitarrista e cantautore statunitense, artisti che con la potenza della chitarra elettrica hanno dato uno spunto enorme alla realizzazione di ogni singola traccia del nostro disco “Vulnus”

In questi anni di dischi importanti né sono usciti tantissimi, fondamentali anche per l’evoluzione che la musica ha avuto, nello specifico dischi come “÷/Divide” di Ed Sheeran dove la musica pop è sposata perfettamente con la chitarra strumento cardine dell’artista, ma anche dischi italiani come “Infernum” di Murubutu e Claver Gold che ci riportano nella letteratura italiana ripercorrendo il viaggio che Dante Alighieri affronta nei primi gironi dell’inferno della “Divina commedia” con l’utilizzo di un italiano e una sintassi fuori dal comune e dagli standard del rap che tutti conosciamo, ascoltando questi due capolavori della musica ci si può render conto come i due differenti stili siano stati presi e uniti per dar vita al nostro disco, un disco che contenesse sia musicalità e storie che possano esser vissute da tutti noi, cercando di catapultare l’ascoltatore nella realtà dell’autore. Il perché di queste scelte è soggettivo come la musica, viviamo differenti stati emotivi giornalmente e periodicamente, questi artisti, insieme a tantissimi altri sono riusciti a mettere insieme uno stile e una musicalità che possa avere la loro firma, provenienti anche loro da qualche altra contaminazione ma evolvendola in modo serio e con criterio abbinandoci espressività utilizzando la parola come massimo mezzo di esposizione e di comunicazione.

 

Come nasce la vostra musica? Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?

 

Bella domanda ! Semplicemente la nostra vita, o meglio, mi spiego, quello che viviamo tutti i giorni o nelle nostre avventure passate, ci riteniamo due persone piene di vitalità che non si fermano mai, molti dei nostri testi rispecchiano la vita di tutti i giorni, da una sbronza al bancone come nella traccia “Jack” o magari un ricordo lontano con la donna che abbiamo amato come in “Com’era prima”, sino magari ad arrivare a tracce come “Sabbie Mobili” che parlano del doloroso silenzio che siamo costretti a subire quando non veniamo capiti dalla gente che ci circonda che parla sola e solamente dei loro problemi come se fossero gli unici a soffrirne.

Cerchiamo di non inventare nulla, prendiamo spunto da qualsiasi circostanza viviamo insieme io e Davide, siamo amici da quasi dieci anni e di storie insieme né abbiamo vissute, credeteci!

 

 

Di cosa parla la vostra nuova avventura musicale?

 

Il nostro ultimo lavoro si intitola Vulnus dal latino significa ferita, è nato prima della pandemia del 2020 tra una birra e un pezzo di pizza, era un periodaccio che ha come protagoniste le nostre avventure amorose e non solo. Davide, il chitarrista, era un amico decennale di cui praticamente non si conosceva il lato artistico, una sera decise di portare a casa di amici una chitarra acustica e strimpellare qualcosa d’avanti a tutti, rimanemmo tutti un po’ sbalorditi del fatto che sapesse suonare così bene e che avesse una cultura musicale rock fuori dal comune e tutto da autodidatta. Ricordo benissimo quella sera, un nostro amico aveva questa casa in campagna dove aveva un sottospecie di sala prove con un batteria fatta su misura per lui e improvvisammo una jam session, io come artista rap di lunga data, non potevo far a meno di riesumare qualche scritto che avevo e nacque da li “Com’era prima” il primo singolo del disco uscito il 3 Dicembre 2021.

Nel periodo della pandemia decidemmo di costruire qualcosa e ogni giorno Davide mi mandava giri di chitarra su cui poter scrivere, la verità è anche che abbiamo avuto la fortuna di avere lo studio di registrazione del nostro amico Francesco Putignano che metteva gratuitamente a disposizione competenze e strumentazione, registravamo e lavoravamo ogni settimana, in un anno abbiamo registrato più di 30 tracce di cui solo cinque avrebbero visto la luce.

 

Quali sono i generi in cui spaziate nella vostra produzione?

 

Mi piace questa domanda perché sin da subito si parla di generi, quindi avete già ben centrato l’obiettivo, far capire che i generi, quindi più di uno, che abbiamo studiato e messo in pratica per realizzare questo disco sono parecchi, tocchiamo le new generation con la trap sulla quale troviamo sempre una power guitar di Davide, o magari una chitarra acustica più dolce o addirittura il folk con l’armonica del maestro Martino Palmisano presente nella traccia “Jack”, tutto esposto con lo strumento migliore che l’uomo potesse avere a sua disposizione da millenni a questa parte ovvero la parola, e non c’è stile più azzeccato del rap che possa usare la parola come mezzo e dargli un rinforzo incastrando nel mezzo anche  ritornelli melodici, inserendo anche un pizzico di punk, come abbiamo fatto con “Sii te stesso” dove abbiamo avuto l’onore di lavorare con Moder nome d’arte del rapper Lanfranco Vicari fondatore della crew Il lato oscuro della costa, che troviamo come collaborazione  anche nell’ultimo album di Murubutu uscito il 14 Gennaio.

Non abbiamo voluto fossilizzarci solo su un genere, per una giusta esposizione abbiamo dovuto dare fondo a tutte le modellazione dell’energia che diventa musica attraverso più rami, spaziando dal folk, al rap, al rock alla trap.

 

 

Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?

 

Pensiamo che sia un coltello troppo affilato e che debba essere maneggiato con cura, è uno strumento troppo potente anche per noi che mettiamo in vetrina tutti i nostri lavori e riteniamo il web uno degli strumenti importanti per il lancio di un’artista, attenzione però ho detto uno degli strumenti e non il solo.

C’è un però a cui bisogna far attenzione, bisogna capire i modi corretti per esporre e usare i social come strumento per la divulgazione del proprio operato, perché ad oggi il popolo del web e dei social è uno dei popoli più inferociti della storia, basta che qualcosa vada storto e ti ritrovi ad essere il pasto preferito dei mitici “leoni da tastiera” che usano wikipedia come bagaglio culturale per argomentare qualsiasi cosa tu possa produrre e mettere in vista.

 

Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?

 

Verità e energia.

Come detto prima, teniamo ad ogni nostro singolo testo perché ognuno di esso fa parte di un singolo capitolo della nostra vita, questo fa si che l’ascoltatore possa trarre energia da quello che stiamo dicendo e suonando, può trarne forza e speranza in un qualche modo. Ognuno vive le proprie esperienze soggettivamente e se esposte tramite la musica l’ascoltatore può accomunare l’autore alle sue di esperienze di vita e captare il non essere l’unico che pensa e vive una determinata circostanza in quel modo.

Quando ascoltiamo un pezzo, un pezzo che ci prende per intenderci, lo captiamo subito se l’autore sta dicendo qualcosa di inventato, scritto da qualcun altro o suonato da qualcun altro, l’energia che trasmette un pezzo e la verità non te lo fa skippare ai primi 15 secondi, che è il tempo medio che ci serve per metabolizzare un suono o un’immagine e farcela piacere, l’energia di un pezzo ti rilassa e ti catapulta in un mondo che è si il tuo, quello da ascoltatore, ma è delineato da quello che l’autore è riuscito a scrivere. Ad oggi è fondamentale avere una visione su questi fattori, il web è saturo di musica e aggiungo anche di musica fatta bene, il problema è che privo di musica fatta davvero con verità e energia.