7MARZO – VORREI RINASCERE IN UN LAMA (AUTOPRODUZIONE)
I 7Marzo sono una band rock alternative che riflette la personalità eclettica del suo frontman Franz, cresciuto consumando dischi punk rock e la new wave anni novanta (Nofx, Bad Religion, Lagwagon etc…) e contemporaneamente divorando partiture d’orchestra prima di diplomarsi in Conservatorio come compositore. “Vorrei rinascere in un Lama”, disco d’esordio del gruppo, è un sunto del DNA di Franz e non solo. Le radici punk rock e la musica “colta”, i fumetti di Dylan Dog e i racconti di Buzzati, il tragico Fantozzi e gli Anime di Miyazaki. E’ come uno dei clip visionari di Franz (videomaker ed esperto di arti visive): mai scontato, ben diretto, pieno di sorprese e invenzioni.
Come definiresti con quattro aggettivi la tua/vostra musica?
Ironica, surreale, stravagante, dissacrante
Come si intitola la tua/vostra ultima fatica discografica e come è stato il percorso di produzione della stessa?
Il disco si intitola “Vorrei rinascere in un Lama”, è il nostro disco d’esordio ed è stato un “parto” durato circa 5 anni tra provini, preproduzioni, lavorazioni e rilavorazioni. Mi sono occupato direttamente del mix (Franz) e a un certo punto sono diventato piuttosto ossessivo tant’è che ho chiuso e riaperto i mix tre volte (con tanto di mastering già fatto) prima di arrivare alla versione definitiva. Giuro che il seconda disco sarà più agile :)
Se ti chiedessi quanta gente “mi porti” ad un tuo concerto, come reagiresti?
La prima risposta che mi verrebbe è irripetibile; poi capisco che un gestore/organizzatore deve fare i conti coi numeri e quindi è naturale che non sia prono a non far suonare gruppi che non hanno seguito. Il problema è che ci vuole un po’ di consapevolezza e capacità autocritica in più da parte delle band e un po’ di programmazione a lungo termine da parte dei gestori. Tempo fa parlavo con un mio caro amico, allora Presidente del Circolo Magnolia; Quella sera lì da loro suonava un trio jazz abbastanza anomalo e c’erano poche persone perchè, seppur molto bravi erano abbastanza di “nicchia”. Lui mi disse che, se avesse dovuto badare solo all’incasso della serata non avrebbe potuto farli suonare, ma puntando sull’avere sempre band di qualità, a prescindere dal genere o dal seguito, alla lunga era la scelta che avrebbe pagato di più.
Quanto sono importanti i social per la tua/vostra musica?
Sono indispensabili, nel bene o nel male: nel bene perchè permettono di darti visibilità altrimenti impossibile, nel male perchè la qualità di una band non è necessariamente proporzionale ai like
A quanti concerti di musica di altri artisti indie sei stato negli ultimi sei mesi e cosa ne pensi dell’underground indipendente?
Purtroppo ultimamente ho avuto pochissimo tempo per vedere concerti; mi piace molto Brunori Sas, che spero di poter andare a vedere a Milano, e andrò a vedere Gazzè, Silvestri e Consoli a Barolo (anche se loro non sono esattamente “esordienti”). La musica indie è l’unica risorsa possibile nel panorama musicale odierno per ascoltare qualcosa di nuovo: le Major fanno cassa con prodotti di consumo che escono dai reality o con artisti già affermati e (complice anche la triste verità che i dischi NON si vendono più) non possono permettersi il lusso di rischiare, quindi tocca agli artisti stessi o alle piccole etichette buttarsi e proporre qualcosa di diverso.