Iniziamo dalle origini, com’è nato il gruppo Unione Suonatori di Base?
Il gruppo nasce agli inizi del 2013, nei locali dell’Arci Paganìa di Roccabernarda (kr). Inizialmente, (nel 2012) il nome era “Triddrò trio”. triddrò, in Rocchisano significa caciara, confusione. Col passare del tempo il gruppo ha cambiato nome poiché spesso era soggetto al cambiamento di musicisti: nonostante ci fosse sempre un nucleo fisso, si alternavano sempre altri “suonatori” che “parlavano” il nostro stesso “dialetto musicale”. E, dunque, il gruppo è mutato da trio in un nucleo mutante di suonatori i quali costantemente si sono adattati ai cambiamenti, nonostante restasse fissa una base. In questo senso consiste il significato del nostro nome anche se abbiamo approfittato del nome di un sindacato da noi apprezzato quale l’Unione Sindacale di Base.
Il vostro ultimo album “Sintetico a Priori” come è stato concepito? Parlatene
Come già detto, il numero dei componenti tende sempre a variare, questo comporta alcune caratteristiche artistiche come ad esempio l’eterogeneità delle sonorità. E’ stata, quindi, necessaria una sintesi capace di unificare e rendere compatibili le diversità individuali e musicali. In questo disco manca per scelta la sonorità del basso elettrico, sostituita da sintetizzatori e violoncello. L’ideazione del disco è nata nel 2014, appena è uscito il nostro primo lavoro “Mezzi di fortuna” , da brani antichi che, col tempo, si sono uniti a nuove produzioni. La longevità del lavoro ha fatto sì che si innestassero diversi musicisti come del resto, è la nostra attitudine a suonare.
Nella vostra musica c’è un mix di diversi generi: dal reggae al punk, dal rock al folk. Tra questi ce n’è uno che prevale di più e vi caratterizza maggiormente?
Di sicuro la nostra storia parte dal Reggae Roots, ma da sempre siamo stati influenzati da tanti artisti: BATTIATO, CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL, CCCP, 24 GRANA, eccetera….
Come lavorate per comporre un brano?
L’origine dei brani ha diverse nature: a volte nasce dai testi, i quali influenzano la ritmica, l’armonia e la melodia. Altre volte avviene il contrario: sono la melodia e la ritmica che determina il testo.
In un secondo momento i brani vengono condivisi tra i membri del gruppo i quali apportano miglioramenti e modifiche all’intera struttura delle canzoni.
Cosa pensate della scena musicale italiana attuale? In Italia è possibile vivere di musica?
C’è molta musica in giro. Bisogna stare attenti a tutto ciò che si propone. I cicli storici vanno sempre inquadrati, studiati ed interpretati. Se si riesce ad interpretare il sentimento corrente, se si capisce lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, si può anche apprezzare il cambiamento. Attenzione… si può! Non è detto che poi si apprezzi.
In Italia è possibile vivere di musica se la scelta è radicale: bisogna commisurare gli sforzi, le esigenze, le aspettative, le ambizioni, le contingenze. Altra cosa è raggiungere il successo, cosa che a noi interessa in altro modo: il successo, per noi, rappresenta la bellezza dello scambio emotivo e comunicativo che avviene quando la nostra musica incontra la gente a noi affine con la quale, dialetticamente, possiamo costruire empatia, simpatia, valori, atti pragmatici, sentimenti razionali ed irrazionali.
LINK PER ASCOLTARE L’ALBUM “SINTETICO A PRIORI” SULLE PIATTAFORME DIGITALI