Il 4 giugno, a ben cinque anni di distanza dal suo precedente album, Max Casali torna a pubblicare: St3rzo, la cui “e”, sostituita da un tre in numero, ci comunica sin da subito che questo è il terzo album del cantautore romano. Proprio come suggerisce il titolo, Casali ha voluto dirigersi verso un nuovo approccio musicale rispetto agli album del passato, con un sound pop-folk più minimale: se ascoltato a occhi chiusi, questi brani ci catapultano dritti in un’animata festa tra le strade di uno storico paese italiano, una festa ricca di voglia di ballare e di divertirsi proprio come ci si aspetterebbe da delle canzoni di questo genere musicale.
Tutte queste tracce -di cui ben undici su tredici sono inedite- trattano tematiche sociali. La scelta è particolare dato il periodo storico musicale in cui ci troviamo, in cui non molti artisti osano più sbilanciarsi e affrontare tematiche sociali attuali; Casali, invece, lo fa con ironia e giochi di parole, presenti anche nei titoli dei brani come, per esempio, Segnali di noi(a), che tratta di come al giorno d’oggi i giovani siano sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e originale -talvolta anche qualcosa di stupido- per farsi notare o combattere la noia, o ancora Far-web, che critica liberamente i cosiddetti “leoni da tastiera”, ossia quelle persone che utilizzano il web in modo negativo nel totale anonimato, in modo da poter discriminare in piena libertà, sfociando anche in episodi di cyberbullismo.
La contrapposizione tra le tematiche attuali trattate e il genere musicale del disco è di certo il tratto caratteristico di quest’opera, ottima per chi volesse ascoltare della musica pop-folk realizzata con gli strumenti più classici del genere e senza scostarsi troppo da ciò che ci si aspetterebbe esattamente di ascoltare approcciandosi a un album come questo.