Benvenuti. Presentatevi e parlateci del vostro progetto musicale…
Ciao, siamo i Royal Division, band indie / alt rock della bergamasca. Siamo in 5: Dave alla voce, Abi alla batteria, Bob al basso, Diego alla chitarra e Giorgio al synth e seconde voci. Suoniamo insieme da tanti anni, perché oltre a trovarci bene a livello umano, condividiamo la stessa passione per la musica e il rock in particolare. Abbiamo influenze british e americane, il nome è abbastanza evidente, ma cerchiamo di elaborare tutto ciò che introiettiamo a livello musicale. Alcuni dei gruppi da cui traiamo ispirazione sono Kasabian, Editors, Arctic Monkeys, Black Rebel Motorcycle Club, Interpol, ecc. Nel 2021 abbiamo registrato e pubblicato un ep, Yellow Fever, disponibile su tutte le piattaforme digitali. Quest’anno invece abbiamo optato per un singolo, Destroyed appunto.
Avete pubblicato il nuovo singolo “Destroyed”. Di cosa parla il testo?
Destroyed è un brano che parla di resistenza interiore, del fatto di non arrendersi e di lottare contro le avversità che la vita spesso ci propone. Il ritornello infatti dice: “I don’t wanna be destroyed”, non voglio essere distrutto! E’ anche un invito a non sprecare il tempo e a focalizzarsi sulle cose che si reputano importanti e che ci permettono di essere noi stessi, senza lasciarci influenzare negativamente.
Qual è la vostra massima ambizione come artisti?
Ci piacerebbe essere ascoltati da chiunque trovi una qualche forma di connessione con noi e la nostra musica e naturalmente avere il conseguente supporto e seguito, soprattutto nei live. Ecco, se dobbiamo scegliere qualcosa in particolare, sarebbe fantastico fare un tour in giro per il mondo.
Come scrivete solitamente i testi delle vostre canzoni? Quale funzione ha per voi la scrittura?
Solitamente i testi sono scritti a quattro mani, da Dave e Abi. Una volta definite le linee melodiche vocali, queste vengono trasformate in parole, cercando di mantenere un legame con il mood della canzone. I testi raccontano storie, emozioni, sensazioni; spesso sono personali, ma nel momento in cui prendono vita e vengono condivise sotto forma di canzone, diventano universali. In un certo senso sublimiamo le nostre emozioni attraverso musica e parole.
Secondo voi, qual è la cosa più importante nello scrivere una canzone ?
Difficile dire cosa sia più importante, è un insieme di cose. Una canzone contiene tanti elementi, spesso inscindibili. L’importante è trasmettere qualcosa, e se lo fai in maniera sincera, il messaggio arriva.
Come valutate la situazione musicale indipendente in Italia?
Non è facile. Ma la musica indipendente è viva, riesce a resistere. E’ difficile perché spesso non ha il supporto che meriterebbe; non solo dagli enti pubblici, ma anche dai locali, dagli organizzatori, da tutte le figure che dovrebbero investire nel creare opportunità e possibilità per la musica indipendente e permetterle di esprimersi e svilupparsi. Per fortuna, nonostante tutto è sempre in fermento.
Che consiglio vi sentite di dare ad una band o ad un artista agli esordi?
Non siamo nella posizione di dare consigli, ma sarebbe quello che ci davamo e che diamo a noi stessi: di seguire la propria passione, di fare le cose con cuore e cervello e sempre con sincerità.
Qualche nuovo progetto in cantiere?
Attualmente proseguiamo con quello che amiamo fare, i live. Più avanti torneremo in studio per registrare un brano nuovo, e forse il sequel del videoclip. Avete visto la scena finale? 😉