Ma da dove spunta questo Biagio, mix letale tra serio e faceto (molto più faceto che serio), spina nel fianco dei professoroni della musica, caustico ed irriverente folletto salterino pronto a non farsi troppi problemi a lasciar detonare la vostra (e nostra) idea di morale e di estetica?
Oggi, ascoltare “celovuoi” di Biagio è stata un po’ una rivelazione; sì, perché il cantautore napoletano è uno di quelli che sfuggono agli schemi preconcetti, e che fa razzia di tutto ciò che serve ad apparire deliziosamente indigesto sin da primo ascolto: raccogliendo la lezione del rock demenziale, Biagio si scaglia contro il pubblico di merda con il ghigno del Joker, tirando fuori dal cilindro un brano che vuol dire tutto e vuol dire niente, ma che alla fine lascia in bocca il sapore deciso delle cose fatte per bene.
La produzione vede la partecipazione di uno come Stefanelli, che proprio l’ultimo arrivato non è: il marchio del detuner sulle chitarre richiama un mondo fatto di allucinazioni brit-pop da terzo millennio, utili a dare freschezza ad un lavoro che rimane convintamente fuori dagli schemi.
Buona la seconda per Biagio, perché già “Geeno” faceva spaccare. L’abbiamo scoperto oggi, non vogliamo più liberarcene.