Al primo ascolto questa band di recente formazione dal nome La Sete appare in grado di poter recare un buon contributo alla scena indie italiana, se solo riuscisse a capire meglio come posizionarsi all’interno di questo strano panorama dello stivale. L’omonimo EP auto prodotto consiste di quattro tracce che mostrano una discreta padronanza del moderno cantautorato italiota unitamente a un background stilistico che parte dalla ballata folk pop di “Rospo” per sporcarsi di indie rock quasi in stile Strokes con la successiva “Tra la gente a posto tutto scorre normalmente”. Il tempo di un valzer sornione con “Trentenni in pausa pranzo” e si arriva già alla fine del lavoro con la conclusiva “Sensibile”, che sembra messa lì a caso con la velleità di seguire un certo tipo di moda (dalle chitarre elettriche alla sezione ritmica).
In effetti di indie folk qui non c’è quasi nulla, la carta che La Sete può giocarsi è quella della eventuale risposta a un’altra band di Milano, vale a dire quegli Amanti che come loro tempo fa partirono con la pretesa di fare musica cantautoriale con base acustica e poi sono finiti a fare la copia dei Modà.
Quello che si evince qui è una buona vena melodica e una propensione a costruire carezze semiacustiche: attenzione però a non bruciarsi seguendo le mode. Se non fossimo già a Settembre li avremmo già rimandati.
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