Benvenuti a questa intervista con Nubi Sparse, la band che porta un vento fresco nell’universo musicale con il loro nuovo singolo “Para”. Oggi abbiamo l’opportunità di parlare con loro del significato dietro questo brano avvincente e della loro prospettiva unica sulla lotta tra l’immagine pubblica e la nostra vera identità.
Come è nata l’idea del nome “Nubi Sparse” per la vostra band? Ha un significato particolare o è legato a un concetto specifico?
Quest’estate stavamo pensando ad un nome con il quale poterci sentire a nostro agio. Nel mentre il meteo è stato strano e spesso non è stato dalla nostra parte quando dovevamo suonare a qualche live. Non so come, ma un giorno, leggendo le previsioni, ci siamo soffermati sulla scritta ”nubi sparse”. Abbiamo pensato che queste nubi fossero proprio come noi, volubili e con un umore instabile, felici, tristi, arrabbiate, nervose. Le nubi sparse sono diverse: alcune piccole, altre più grandi, vicine e poi lontane, ma alla fine stanno tutte nello stesso cielo, come noi, che, anche se siamo diversi, ci troviamo sempre nella stessa sala prove.
Come gestite il processo di scrittura delle vostre canzoni all’interno del gruppo? Chi si occupa principalmente della composizione dei testi e delle melodie?
Spesso partiamo dall’idea che ha uno di noi. Potrebbe essere una melodia vocale, un riff di chitarra o un giro di accordi sul piano. Chiariamo insieme la direzione che vogliamo dare al pezzo, il mood e ciò che vogliamo raccontare. Successivamente procediamo per prove e tentativi cercando di mettere insieme gli stili e le nostre influenze di riferimento.
Appena diamo una linea di base al pezzo, lo “abbandoniamo” per qualche giorno, così da poterlo riascoltare e riprovare con un orecchio diverso, spesso questo ci aiuta come è capitato ad esempio con il nostro primo singolo “ Esco”.
Come è nata l’idea per il vostro singolo “Para” e qual è il messaggio principale che volete trasmettere attraverso questo brano?
“Para” è nata un po’ come tutti i nostri pezzi fino ad ora, ovvero da un motivetto che in questo caso è poi diventato la prima strofa. Il messaggio è in realtà semplice, ma importante, è un grido che è stato trattenuto per troppo tempo. Una voce grida e dice che non ha più voglia di sottostare alle regole non scritte di una società che va troppo veloce e impone aspettative alte che sembrano dover appartenere a tutti. “Para” è quindi un invito a guardarsi dentro, a scrollarsi di dosso sogni e volontà che non sono nostri, per ritrovarsi.
Come descrivereste l’energia e l’atmosfera dei vostri concerti? Cosa vi piace di più nell’esibirvi dal vivo?
Potrà sembrare banale, ma ciò che apprezziamo di più di suonare live è la possibilità che ci dà di far uscire la nostra musica dalla sala prove e di rendere pubblico quello che ci diciamo solo nel nostro spazio sicuro. Abbiamo sicuramente ancora molta strada da fare per quanto riguarda la “performance”, ma la cosa che credo si possa notare ad ogni nostro live è l’aria di serenità e divertimento che si crea quando ci esibiamo tutti insieme.
Quali sono i vostri piani futuri per la vostra musica? Ci sono album o progetti imminenti che i vostri fan possono aspettarsi?
Anche se finita da poco, non vediamo l’ora che torni la primavera per poter tornare a suonare live. Speriamo per la prossima stagione di riuscire ad uscire dalla “comfort zone” dei locali in cui suoniamo di solito per spostarci un po’ più in là del nostro paesino. In questo momento siamo in fase di scrittura e raccolta di nuove idee che speriamo di poter condividere nei live futuri.