Mini Guida Emotiva a Still, l’album dei A World of Silence

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Scritto da Daniele Verdolini

 

Oggi vi presentiamo la recensione di Still, album di debutto uscito il 21 febbraio 2015 per la band alternative rock A World Of Silence, composta da Benedetta Capecchi, Matteo Benvenuti, Alessandro Sebastiani e Daniele Cianferoni.
Questi ragazzacci toscani, di origini sparse tra Firenze e Lucca, si sono formati nell’estate del 2011 e si sono fatti conoscere girando in lungo e in largo tutti i festival e i contest della regione. Tra i loro traguardi, si annovera il premio Radio Lady 2013 per il brano inedito più radiofonico, assegnato al singolo First Human Attack e la vittoria al Route To Pistoia Blues 2014, che consentì alla band di aprire il concerto dei Morcheeba il 13 luglio 2014.

Ma adesso, andiamo con l’ascolto!

Gli A World Of Silence aprono con Something Permanent: l’accoglienza è schietta, senza fronzoli, mettono subito sul piatto la loro identità. E il ritornello è dannatamente catchy.
Segue High Score: una vera sfida all’ascolto, la ritmica cambia a intervalli irregolari in un’isteria artistica, la melodia evolve in più generi.

Terza traccia: Pollen. Il piacevole isterismo della traccia precedente pervade anche qua, con un brano che rimane imprevedibile e spiazzante. La versatilità vocale di Benedetta, dapprima calda e corposa e poi graffiante e poi nuovamente sensuale, si presta perfettamente.
Proseguiamo con Mare Mendacis: pop-rock radiofonico in un mare (concedetemelo) di richiami ad Alanis Morrisette e ad altre signore del rock della decade passata.

La quinta traccia è First Human Attack, brano di repertorio dei A World Of Silence riproposto in questo primo studio album. E niente, parte una ola in tutto il condominio per questa canzone trascinante ed esplosiva.
Rapidi procediamo con il sesto brano, Nonsense. Se avete mai sentito parlare di EARGASM ma non avete mai compreso il suo significato, questa canzone potrebbe aiutarvi parecchio. Le strofe rappate riconducono immediatamente a Fred Durst e un brivido nostalgico corre per tutta la spina dorsale.
Settima e penultima track che dà il titolo anche all’album, Still: questa volta tengono un voltaggio più basso per accompagnare un testo riflessivo, ma il loro stile non tradisce e sono coinvolgenti dal primo all’ultimo secondo.

L’album si chiude con Achille, una piacevolissima trappola che vi avvolge e vi culla in quasi due minuti di calma passione, poi viene svelato il trucco e i musicisti sfoderano la loro ben nota artiglieria pesante: non potevano certo finire senza sparare gli ultimi poderosi colpi in canna. Dopo la tempesta, torna la quiete apparente, perché gli elementi non si spengono mai.

Still è un concentrato di richiami agli anni ’90 e ai primi 2000. Un’occasione per i nostalgici (come il sottoscritto) per ascoltare questa band che omaggia il “vecchio” e lo rielabora per renderlo moderno, contemporaneo, ma fedele. E un’occasione per ascoltare una band che ha appena intrapreso la sua strada.

 

 

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