Lontani da tutto con Jampa Capolongo: a tu per tu con il cantautore

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Abbiamo già raccontato il nuovo singolo di Jampa Capolongo, che qualche settimana fa aveva risvegliato il nostro interesse per la canzone d’autore, e per un certo tipo d’approccio che non può che farci pensare alle grandi penne del passato: un piglio autorale importante, che non si cela dietro a produzioni invadenti ma cuce piuttosto un vestito adatto e leggero su piccole poesie domestiche.

Dopo “Non vale di meno”, “Un giorno lontano da tutto” segna il ritorno di Capolongo: gli abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più.

Jampa Capolongo, abbiamo avuto modo di apprezzare, a fine anno scorso, il singolo del tuo ritorno, “Non vale di meno”. Oggi, torni con “Un giorno lontano da tutto”: cosa significa per te questo brano?

E’ il secondo capitolo di un racconto più ampio che sarà il disco che uscirà entro l’anno e nel quale ho davvero messo tutto me stesso, lavorandoci sodo. Come ogni secondo capitolo, ha la responsabilità di confermare l’incipit e portare chi ascolta/legge, dentro la storia.

Il tuo è un percorso che comincia da lontano, e non pare intenzionato a fermarsi. Quali sono secondo te gli ostacoli più ardui da superare, per un artista indipendente?

Un artista indipendente oggi ha molte più possibilità di farsi conoscere di un tempo, ma paradossalmente può fare più fatica. Nel mondo dei numeri, delle pressioni editorali, delle decine di dischi che vengono pubblicati ogni giorno, chi si produce da solo non può essere solo musicista: deve essere social, deve saper produrre un certo tipo di contenuti e dovrebbe farlo con frequenza. Perchè i dischi vengono consumati velocemente, divorati. E si corre un rischio, quello di distogliersi dalla produzione musicale per costruire i panni di un personaggio da rincorrere.

“Pensieri in scala” era stato un esordio roboante, che sembrava preludiare ad un percorso importante; dopo, uno stop di ben cinque anni: ma è stato davvero uno stop? Cos’è successo in questo tempo di silenzio?

Ti ringrazio per il “roboante” ( ride) . Io tengo molto a quel disco, ma non decido io. Decide la gente, chi ascolta. E non solo. In base al discorso di prima decidono anche certe playlist editoriali alle quali si affida la divulgazione mainstream di un progetto.

Io non mi sono mai fermato ma se non arrivano risultati evidenti c’è sempre una certa sfiducia a reinvestire in un progetto. E non credo che sia un discorso di qualità.

Quindi succede che ci si ferma a riflettere, si riordinano le idee e si riparte. Con le proprie gambe. Magari però 5 anni sono troppi… giuro di non farlo più.

Poi, il ritorno con “Non vale di meno”: un brano che a suo modo pareva figlio di un periodo storico importante, come quello della pandemia. Come hai vissuto quel momento? Quanto ha inciso nella scrittura del disco?

E’ stato un momento orrendo per tutta l’umanità. Paradossalmente ho cercato di dedicarmi alle cose che avevo trascurato, focalizzarmi su me stesso e riposizionarmi. Il disco era già quasi tutto finito prima della pandemia però, quindi in questo senso ha inciso pochissimo quel momento. Ha però rallentato certe dinamiche che lo avrebbero sicuramente fatto uscire prima.

Oggi, invece, inauguri il ’23 con un singolo che ha un retrogusto più godereccio, quasi “dance”; come nasce “Un giorno lontano da tutto”?

Nasce in un club di Berlino, qualche anno fa. C’era un DJ fortissimo che suonava Drum’n’bass e mi innamorai di una cellula ritmica che poi ho ripreso e sviluppato. La mattina dopo nacque la strofa, in una sorta di flusso cinematografico nel quale raccontavo alcune scene di vita.

L’amore vero, alla fine, torna sempre? Anche quando sembra perduto?

L’ amore vero è quello che costruiamo ogni giorno con la persona che ci sta accanto. Si perde e si guadagna assieme. Ci si sceglie, attraverso un percorso condiviso. Quindi secondo me non si torna, ma si decide di restare.

Se dovessi scegliere una canzone che ti accompagna da sempre nella vita, quale sarebbe?

“Il mondo” di Jimmy Fontana (la prima canzone che ho cantato nella mia vita).

E invece, una “passione mainstream” che non hai mai compreso?

Probabilmente la Trap, ma solo perchè non è il mio linguaggio. Non sapendola fare, non la comprendo come si dovrebbe.

Jampa, grazie del tuo tempo! Lancia un ultimo invito ai nostri lettori ad ascoltare “Un giorno lontano da tutto”, il tuo nuovo singolo per Formica Dischi.

“Un giorno lontano da tutto” è una storia da leggere. E’ un testo che agisce in sequenza – proprio come una telecamera – su alcune semplici scene di vita. E’ l’invito a cercare un posto mentale o fisico, nel quale potersi rifugiare, proteggere, magari portando chi vuoi bene con te. Un posto lontano da tutto, segreto, per questo magnifico.