La bellezza di potersi gustare ancora musica ben fatta, ben pensata e (ohibò!) ben suonata sembra essere diventata, negli ultimi tempi, chimera irraggiungibile per una pletora di ascoltatori interessati ad andare oltre la desertificazione della scena; la pandemia, in effetti, sembra averci rinchiusi tutti in un “individualismo” degenerato in impossibilità comunicativa, e in anestesia emotiva.
Anche ai concerti, ci andiamo con un’entusiasmo diverso rispetto al passato, e perino i più positivi (altra parola, di questi tempi, pericolosa) di noi non possono negarlo: il Covid ci ha trasformato e geneticamente mutato in un homo novus terribilis che teme la socialità perché portatrice sana di aggregazione, in un tempo in cui questa parola ha cambiato definitivamente il proprio valore semantico – oltreché culturale.
Ecco perché oggi, parlare del video che segue renderebbe felice ogni redazione che si rispetti, e che ambisca a promuovere qualcosa di “vero” – figuratevi una redazione come la nostra, che da sempre cerca l’emergenza che vale. E a maggior ragione che i tempi sono quelli che sono, potersi gustare direttamente dalla propria poltrona il brivido di un qualcosa che quantomeno “rassomigli” all’esperienza del concerto pare essere un viatico utile a ricordarci di ciò che davvero ha un valore: stare su un palco, o sotto un palco, ad assistere a qualcosa che accade lì e in quel momento, se possibile in buona compagnia.
Nella sua live session dal GLab Studio, Leo Caleo studia la terapia collettiva al dolore da “astinenza” lasciandoci godere di un’intimissima versione di “Asteroidi”, il suo ultimo singolo pubblicato ormai più di un anno fa (di cui consigliamo qui sotto l’ascolto), che già aveva suscitato un certo interesse da parte della stampa di settore (noi compresi) verso la proposta del cantautore di Carrara.
Certo, la versione “piano solo” del brano restituisce sin da primo ascolto tutta l’intensità di un brano che vale, e che pare essere solo l’antipasto di un ritorno di Caleo che, si spera, avverrà presto. Intanto, un buon modo per lenire l’attesa diventa divorare con gli occhi (oltre che con le orecchie) l’esecuzione unplegged di “Asteroidi”, direttamente dalle dita e dalla voce di Leo Caleo e dal Rock Contest di Controradio.