Lazzaro esce dal sepolcro e affronta tutte le sue paure

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Lazzaro è all’esordio, ma sembra avere già le idee chiare circa la direzione di un progetto che, almeno stando ai primi passi del tutto, sembra ben avviato verso una ricerca autorale e musicale davvero interessante.

Il cantautore tira fuori dal cilindro “Fears” (La Rue Music Records), una ballata quasi distopica e caratterizzata da uno slancio elettronico che non teme di ammantarsi di tinte, qua e là, apertamente dark: una riflessione “esistenziale” sul concetto di paura che si evolve tra le spire di una canzone imprevedibile, ricca di spunti che richiamano a mondi lontani tra loro eppure qui così evidentemente vicini. C’è il Marilyn Manson di “Sweet Dream”, ma anche echi di new age che rimandano agli anni Ottanta di Joy Division, Cure, e Tears For Fears, legati dalle scelte cantautorali di una penna che sembra aver ben introiettato la lezione poetica della scuola d’autore nazionale.

Un ottimo melpot che aiuta ad avere fiducia e curiosità nei confronti del futuro del progetto.