Intervista a cura di Angela Mingoni
Leo Pari, Gianluca De Rubertis (Studio Davoli, Il Genio), Dario Ciffo (Afterhours, Lombroso) e Lino Gitto (Dellera, UfoValvola) si uniscono per eseguire canzoni indimenticabili come “Ancora tu”, “Con il nastro rosa”, “Il tempo di morire”, “Mi ritorni in mente”, e tantissimi altri classici di Battisti-Mogol anni ’70, senza tralasciare gemme più nascoste come “Dio mio no”, “Comunque bella” , “Amore caro, amore bello”, “L’aquila”, “Confusione” e tante tante altre.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Leo Pari e questo è quello che ci ha raccontato!
Benvenuto Leo.
Per chi se ne fosse scordato o per i moderni che magari nemmeno lo sanno, le musicassette avevano il lato A ed il lato B. Generalmente quest’ultimo veniva bistrattato, perché si credeva che fosse la parte più fiacca di un album o perlomeno a me l’hanno sempre raccontata così, ma non ci ho mai creduto davvero.
Voi perché state dalla parte del Lato B?
In realtà sui lato b degli album spesso ci stavano le chicche più belle, o almeno, io ci trovavo sempre quei brani che avevano il fascino del poco conosciuto, del ricercato. Lato B chiaramente è un nome suggerito anche dalle iniziali di Battisti, ma di fatto noi siamo 4 musicisti che ascoltano musica in vinile, e nei nostri rispettivi progetti personali c’è uno spiccato gusto del vintage.
Il punto di partenza del vostro progetto sta in alcuni fantasiosi quesiti, che in realtà non sono proprio così folli a pensarci bene.
Proviamo a chiederci ad esempio: se Battisti vivesse in questa epoca avrebbe lo stesso successo?
Ma soprattutto: Battisti sarebbe main stream o un indipendente?
Lucio Battisti è stato storicamente uno tra i primi artisti indipendenti della musica italiana. Non dimentichiamo infatti che Battisti insieme ai Rapetti (Giulio, in arte Mogol, e il padre Mariano) fu proprietario di una delle prime etichette indipendenti, ovvero la Numero Uno, che lanciò tra gli altri Premiata Forneria Marconi e Il Volo (non quelli di Sanremo 2015, ma un supergruppo formato da Alberto Radius e Mario Lavezzi). Gli anni ’70 sono stati un periodo d’oro per la musica, a livello internazionale; in quegli anni la musica mainstream era quella bella, ricercata. I musicisti di allora erano meticolosi e pazienti come degli artigiani, erano sperimentatori, facevano ricerca sul campo. Battisti (e Mogol) a tutte queste prerogative ha saputo unire melodie e liriche vincenti, facili ma non scontate, che intrigavano ascoltatori di ogni tipo. Ritengo che la distinzione tra Indie e Mainstream sia uno sterile retaggio dei nostri giorni.
Il progetto Lato B è formato da te (vedi foto), Gianluca De Rubertis, Dario Ciffo e Lino Gitto, insomma tutti nomi di spicco di questa caotica e immensa scena indie.
La scelta di reinterpretare i classici della coppia Battisti-Mogol è una grande sfida.
Potrebbe essere visto come un gesto spavaldo.
Mi auguro che questo non accada assolutamente. Lato B è un progetto nato per divertimento e da una passione che accomuna 4 amici. Le canzoni di Battisti sono troppo divertenti da suonare, le ho ascoltate così tanto da sentirle “mie” in qualche modo.
Con quale pezzo vi siete trovati in maggiore difficoltà?
Abbiamo dovuto fare i conti con il fatto di essere soltanto in quattro sul palco, mentre la maggior parte dei brani in repertorio richiederebbero molti più musicisti per essere eseguiti fedelmente. Molte canzoni addirittura sono arrangiate per orchestra. Questo ci ha costretti a rivedere alcuni arrangiamenti, che per forza di cose abbiamo dovuto riadattare al quartetto rock classico. Pezzi apparentemente semplici come “Ancora Tu” o “Dio mio no” ad esempio, sono difficilissimi da far groovare, abbiamo dovuto provarli un sacco.
Approfitto di questa intervista per farti una domanda che esula un po’ da quello di cui stiamo parlando; la scena indipendente esiste davvero o è solo una moda destinata ad assottigliarsi negli anni?
Esiste eccome. E gode anche di buona salute. Credo che il mainstream sanremese e la banalità di certa radiofonia siano invece destinati a sopperire. Puoi ingannare qualcuno qualche volta, ma non puoi ingannare tutti tutte le volte.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato!
Grazie a Voi