LACERO- ORSO BIPOLARE (autoproduzione)
Siamo in piena prima pandemia e dopo aver prodotto rispettivamente “Colpo d’occhio” e “Smagliante” l’urgenza (la chiamano così) di buttar fuori altre canzoni diventa sempre più importante.
Da li a poco l’ordine mentale coincide con l’inizio delle sessioni per quello che sarà l’esordio indipendente di “Orso Bipolare”.
Prodotto da LACERO e registrato a fine aprile in soli tre giorni a Milano negli studi del Massive Arts, mixato da Gabriele Bianchi e masterizzato da Alberto Cutolo, come fosse un Power trio a duetto, con una sola batteria pulsante, dalle braccia da carpentiere di Guido Torresani alle sovraincisioni di LACERO chitarre, basso, piano, rhodes, glockenspiel,e rumori dal profondo.
Dodici canzoni connesse direttamente con il dolore dei protagonisti e le loro speranze puntualmente disattese.
Quindi l’introspezione dà vita a diverse personalità che carambolano all’impazzata fino a giungere alle derive dell’autolesionismo, restando comunque vivi.
BIOGRAFIA
LACERO si realizza dalle ceneri di un adolescenza turbolenta fino ad arrivare alla situazione di uomo oramai quarantenne.
Strade e percorsi segnati dal minimalismo
provinciale.Pochi locali e molti club calcati dalle canzoni dei precedenti progetti di gruppo,dove le incomprensioni e l’incapacità di gestire un collettivo dall’impronta oltremodo personale,gettava inconsapevolmente le basi che porteranno
alla forma solista chiamata appunto LACERO (rinascere dalle rovine del presente)
INTERVISTA
Come definiresti con quattro aggettivi la tua/vostra musica? – Autentica Intima Sfacciata Ruvida
Come si intitola la tua/vostra ultima fatica discografica e come è stato il percorso di produzione della stessa? -Il disco si chiama “Orso Bipolare” in poco più di una ventina di prove è stato arrangiato e performato in sala prove da me e dal mio batterista Guido Torresani. È stato registrato in tre giorni al massive art di Milano,si è creata un alchimia talmente inaspettata che in fase di mix si aveva il pudore di toccare quello che ne era uscito fuori..intendo dire quando cerchi di ripulire o addomesticare le chitarre o i miei lamenti vocali. Posso dire che questo disco è l’immagine di quello che sono oggi.
Se ti chiedessi quanta gente “mi porti” ad un tuo concerto, come reagiresti? -Seguendo l’istinto ti risponderei male..seguendo la ragione ti risponderei “Tu vuoi più gente ed io voglio vedere la scritta Guinness tra le tue birre..you can’t Always get what you want”
Quanto sono importanti i social per la tua/vostra musica? -sono importanti perché tutti sono oramai dipendenti dai social..io mi sento imbranato a riguardo e se devo essere sincero non mi appartiene il suo linguaggio..ma sto cercando di prederci confidenza..passo dopo passo -negli ultimi mesi non ho visto nessun concerto e per ricordarmi l’ultimo visto da pagante devo andare indietro a prima della pandemia..senza pensarci troppo ti dico quello che più mi è rimasto Black Rebel motorcycle club
A quanti concerti di musica di altri artisti indie sei stato negli ultimi sei mesi e cosa ne pensi dell’underground indipendente? Penso che troppe volte ci si nasconda dietro etichette come “indipendente” o “alternativo” Ma la realtà dei fatti è che se hai dietro nomi di etichette “grosse” di indipendente non hai niente. Cerchiamo tutti di vendere un prodotto e più siamo vendibili più ci allontaniamo dal pericolo di andare a lavorare da Amazon o per qualcun altro
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