Manila è un nome che da queste parti è già passato, attirando la nostra attenzione con “Cuore in gola”, l’ultimo singolo della band toscana prima della pubblicazione dell’EP d’esordio “Partenze“: cinque tracce che rotolano oltre la linea del debutto e che sembrano destinate, quantomeno, a stabilire un punto d’inizio concreto per un progetto che, finora, aveva pubblicato solo singoli.
Il nome del disco, naturalmente, non è affatto casuale: le canzoni sembrano parlare di una generazione che è in disperata ricerca di sé stessa fino alle porte della notte, come direbbe un grande poeta, e che nell’amore, nel movimento e nel continuo e forsennato desiderio di redenzione trova il fulcro del proprio viaggiare; è così che la vita diventa una passeggiata su cocci di vetro che in “Tra sguardi e bicchieri” tagliano il protagonista, ma allo stesso tempo gli ricordano il valore del dolore, oppure come in “Segnali” l’estate ammicchi ancora attraverso il filtro un po’ nostalgico di un amore che vacilla, ma pare non crollare mai nella fede di chi ama.
Ci sono poi i brani già editi che abbiamo avuto modo di apprezzare: se abbiamo scoperto i ragazzi toscani con “Cuore in gola”, è anche vero che la poesia di “Una canzone da perdere” e “Francesca” si attaccano subito al cuore, ponendosi in dialogo con il distico inedito del disco grazie ad una produzione che ammicca all’elettronica senza però sedersi in pose né estreme, né tantomeno blande e derivative: quella dei Manila è pur sempre una “prima pietra”, ma rivela l’esistenza di una scrittura che pare avere “idee chiare”, e di una voglia autentica di raccontare qualcosa che no, non resti solamente una canzone.