Ciao, grazie per essere qui con noi. Prima di passare all’album d’esordio, qualche curiosità. Come nasce la passione per la musica?
La musica è sempre stata presente nella mia vita fin da bambino, così come c’è sempre stata una chitarra a casa mia da quando ho memoria. La vera e propria passione è nata però dopo circa un paio di anni di studio di chitarra classica, attorno ai 12 anni, quando ho imbracciato per la prima volta una chitarra elettrica. È stato come accendere la luce e da quel momento non ho più smesso di suonare. Per molti anni la mia inclinazione è stata prevalentemente verso il rock, ma col tempo, grazie all’approccio alla chitarra acustica e al canto, ho ampliato i miei orizzonti musicali, includendo altri generi come il country appunto.
Cosa ti ha spinto a scrivere musica e brani originali?
In realtà ci sono alcuni motivi che mi spingono a scrivere musica, il primo dei quali è sicuramente la voglia di trasmettere qualcosa di personale a chi mi ascolta. Ho sempre concepito la musica come la mia via migliore per comunicare e farlo tramite le mie canzoni sento che è la maniera più efficace e diretta. E poi c’è il fatto di trovarmi più a mio agio nel suonare qualcosa di scritto da me, mi trovo più centrato sui brani rispetto a quando suono delle cover. È come mostrare la parte più intima di sé stessi, il che ovviamente espone a dei rischi maggiori ma anche a soddisfazioni imparagonabili.
Ed eccoci a ‘The New Journey’, qual è il main concept dell’album?
L’idea di The New Journey è nata qualche anno fa, dopo aver ascoltato una canzone di Tommy Emmanuel intitolata Lewis & Clark, due esploratori delle terre selvagge del Nord America. Tutte le canzoni dell’album sono ispirate dal concetto del viaggio e ognuna rappresenta una tappa di un percorso immaginario attraverso terre inesplorate, che sia un personaggio, un luogo o una rivelazione. Ci sono molti riferimenti ai nativi americani, come si può intuire dalla copertina dell’album, e in particolar modo al loro legame con la natura, elemento caratterizzante di tutto il disco.
I brani e la musica sono ispirati ad emozioni e situazioni vissute in prima persona?
In parte sì in quanto il concetto di viaggio è stato molto presente in questi miei ultimi dieci anni, periodo nel quale il mio lavoro diurno di ingegnere mi ha portato a girare parecchio il mondo. Ovviamente la mia chitarra non è mai mancata durante le trasferte e molti dei brani di The New Journey sono stati o scritti o arrangiati mentre ero all’estero.
Qual è l’artista o la band che ti ha influenzato di più?
Le band o gli artisti che hanno influenzato maggiormente il mio modo di suonare nel corso degli anni sono sicuramente Hendrix, Clapton, John Mayer, Tommy Emmanuel, Eagles, ZZ Top. A questi grandi classici non posso però non aggiungere artisti che mi guidano quotidianamente all’interno del mondo country e bluegrass come Chris Stapleton, The Steeldrivers, Earl Scruggs, Brad Paisley. Soprattutto Stapleton è per me un riferimento come scrittura e intenzione nel canto. Se dovessi invece citare un album invece direi Sailing to Philadephia di Mark Knopfler in quanto è stato molto ispirante come tematiche e sonorità per la creazione di The New Journey.
Siamo ai saluti, grazie ancora per essere stato con noi. Quali sono i progetti per il prossimo futuro?
Grazie a voi! Nei progetti futuri più immediati c’è sicuramente quello di proporre dal vivo e promuovere il nuovo album. Lo farò sia da solo sia insieme ai miei compagni di viaggio dei Los Fab Bros, a seconda delle situazioni. Poi ritornerò a registrare dei brani che ho già in cantiere per un nuovo EP o album.