E’ terminato da pochi giorni il Festival di Sanremo, giunto all’edizione 64. Tra le nuove proposte si afferma un giovanissimo, Rocco Hunt, che proviene dall’Hip Hop e che porta sul palcoscenico dell’Ariston una canzone di denuncia sulla sua terra. Una base discreta e tanta voglia di farsi conoscere, Rocco mescola il linguaggio della crew al dialetto campano. Non sta a noi dire se questa canzone fosse adatta o meno al Festival, possiamo però dire che si è visto ciò che dovrebbe essere l’Hip Hop; denuncia, messaggi e affermazioni fatte con intelligenza e discrezione senza usare toni incazzati.
Ma cosa succede nella musica italiana? Cosa è davvero l’Hip Hop per gli addetti ai lavori? Abbiamo messo due generazioni a confronto. Da un lato il giovane Marci, che con la sua Volevo fare ha scalato la Indie Music Like e Big Fish, produttore, già nei Sottotono, anch’egli presente nella chart indipendente.
La moda dell’Hip Hop incalza, ormai da diverso tempo, le classifiche. Marci ci racconta che si è avvicinato a questo genere per caso, i primi brani che ha ascoltato gli sono piaciuti per la metrica, la velocità delle parole, e crede che ultimamente i giovani si approccino al mondo dell’ Hip Hop e del Rap perchè con esso hanno trovato un modo con cui esprimersi liberamente. Di fatto, secondo il suo parere, molti rapper parlano di politica e di svariati argomenti di attualità in modo semplice e diretto, ed è quindi questo un mezzo attraverso il quale i giovani possono dire la loro.
Inoltre, parlando delle nuove tecnologie e dei social network, afferma che sono fondamentali ma che vanno utilizzati nel modo giusto e che l’autopromozione è rafforzata dalla partecipazione dei fan che, addirittura, anticipano le mosse del rapper. Le distanze tra artista e pubblico si annullano.
Lui, Marci, ventenne, ascolta Rap da quattro o cinque anni e afferma con convinzione: i sogni si avverano solo se non dormi e continua giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno il rap e l’hip hop si sono radicati nella nostra cultura e nel modo di vestire e parlare. può essere considerato uno stile di vita ed aggiunge: nel tempo i rapper hanno avuto collaborazioni con chi la musica l’ha costruita. Continuiamo la piacevole chiacchierata ancora un po’, sul finale aggiunge che se deve scegliere un artista italiano, preferisce Fedez. Eminem, invece, è uno dei suoi miti.
Il ragazzo è davvero gentile, educato ed alla mano, ci congediamo e lo salutiamo.
Qualche giorno più tardi sentiamo Big Fish, ex membro dei Sottotono. Ora lui fa il produttore, è famoso ma alla mano, ci accoglie in modo amichevole, lui che potrebbe tirarsela è invece una persona molto cordiale. Nel mondo della musica ci sguazza e iniziamo a parlare dell’Hip Hop. L’intervista si sofferma principalmente su Insostituibile canzone presente nella Indie Music Like. Ci racconta della collaborazione con Andrea Nardinocchi e di come è nata, inoltre afferma che a lui piace la DUB e che ha scelto di sfruttare questo genere modellandolo per cantanti italiani vari.
Afferma che: il Rap è cambiato, non è più Hip Pop ma è diventato Pop , non mi sento più coinvolto da questa musica che per me è tutt’altro che stimolante, è un’ ostentazione di averi, di tatuaggi e di vestiti, e racconta di un mondo che non è figlio di questo tempo.
Il periodo che stiamo vivendo non è dei migliori; la gente si apre un mutuo per coprire un altro mutuo e sentire i ragazzini che affermano che hanno le scarpe di una nota marca piuttosto che di un altra oppure che guadagnano più soldi rispetto a quelli di tuo padre, mi rende triste. Vi è anche l’ostentazione dell’uso delle droghe pesanti ed è per questo che preferisco non fare parte di questo mondo. Certo, ognuno è libero di scegliere quello che gli piace, ma io non mi sento rappresentato.
Aggiunge che le parole bisogna usarle bene e poco, devono essere sensate e preferisco fare musica. Parliamo, poi, dei Sottotono e lui afferma: facevamo le canzoni e oggi pochi fanno le canzoni, mettono assieme dei suoni e delle parole, noi facevamo le canzoni, oggi in italia c’è chi tenta di fare così ma siamo distanti, molto distanti. Vi invito ad ascoltare un ragazzo, Rancore, lui è un poeta, non parla di amore scrive delle poesie.
Questi due punti di vista sono discordanti: due generazioni a confronto, quella di chi di musica vive, di chi la musica la vive da molti anni e dall’altra, quella di chi è stato catapultato da poco in questo mondo.
Da una parte l’entusiasmo di un ragazzo poco più che ventenne, dall’altra un professionista.
Chi sogna e crede che con quest’arte si possa fare una rivoluzione culturale e chi, invece, vuole fare musica perchè è quello che ama fare perchè è il suo stile di vita. Una sorta di passaggio di consegne tra Marci e Big Fish, l’Hip Pop pionieristico ed il nuovo Hip Pop che incalza nella classifica.
Entrambi, comunque, moderni e coinvolgenti.