Kutso: Decadendo (su un materasso sporco)

1963

Scritto da Angela Mingoni

In Decadendo (su un materasso sporco) aleggia un nuvolone pesantissimo di pessimismo cosmico.
Le disgrazie inevitabili della vita però vengono prese con sportività, sparandosi una dose massiccia di sorriso forzato per stare meglio.
Dietro questa maschera ci stanno i Kutso che propongono un indierock dalle venature, a tratti, anni ’60 come in Marzia. Il basso recita le prime note che rimandano al noto motivetto di Stand by me di Ben E. King,  il sound ska crea un notevole contrasto con la voce acuta e sguaiata che implora il ritorno della bella, creando una canzone d’amore pesantemente sdolcinata.

 

Le atmosfere sixties rimbombano anche in Canzone dell’Amore Perduto, che ripropone in chiave estremamente moderna, il pezzo di De Andrè del 1974. Questa rivisitazione risulta essere nel complesso ottima e tutt’altro che un copia ed incolla dell’originale.
Con questo loro primo full lenght la band romana racconta con schiettezza pensieri cupi, dimostrandosi spavalda, esibendo un’ironia macabra. Prendiamo ad esempio Eviterò la terza età. Un inciso su tutti racchiude e descrive in modo perfetto il senso del pezzo:  non creperò in un ospedale.
Il titolo, così come il testo, sono espliciti: va de retro la demenza, la vecchiaia non ci prenderà.
Il tema del decadimento, fisico e spirituale, compare anche in precipiti più giù e stai morendo, dove persiste quell’  atteggiamento bohemién nei confronti dell’esistenza che fa sorridere e porta a chiedersi se sia tutto vero, se non sia solo un modo di esorcizzare le paure con strafottenza.
Sono felice, son contento… Alé! Con quanta poca convinzione il testo di Alé per l’appunto,  è recitato; esso nasconde un’amarezza infinita che trapela senza esitazione. Come se il protagonista fosse costretto a dirle quella frasi, trascinando le parole con sforzo e prendendosi gioco di chi ascolta, anche scimmiottando l’accento nordico come in Lo sanno tutti.
La cornice che accoglie le dodici tracce è puramente rockettara con le sue chitarre sporche, il basso estremamente cadenzato e la batteria sempre viva ma che piace soprattutto in Aiutatemi (Kutso & Friends version). Dalla collaborazione tra il gruppo, Pierluigi Ferrantini  e Pier Cortese nasce questo pezzo, uno tra i migliori, che va semplicemente ascoltato perché imperdibile. Un coacervo  di voci per una richiesta di aiuto in puro stile Kutso.
Uscito nell’Aprile 2013 Decadendo è destinato a non passare mai di moda.

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Scritto da Angela Mingoni