IVA AL 10% O IVA AL 22%?

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Un altro dei dilemmi che attanaglia i musicisti è: IVA al 10% o IVA al 22%?
Anche in questo caso c’è un “tutti contro tutti” ovvero versioni varie e contrastanti che portano i gruppi ad applicare a random una percentuale piuttosto che l’altra. Complice di questo trambusto di percentuali è sicuramente una norma che è tutto fuorché chiara. Cerco quindi in poche righe di aiutarvi a uscire da questo inghippo.

L’Agenzia delle Entrate stabilisce che i concerti vocali e strumentali (ovvero quelli che rientrano nell’IVA al 10%) sono quelli che prevedono l’esecuzione prevalentemente dal vivo (non più del 49% su base) e che si tengono in luoghi come sale concerto, teatri e similari o in piazze e aree adibite anche temporaneamente a ospitare un concerto. Insomma DOVE LA MUSICA è L’ATTRAZIONE PREDOMINANTE.

Sono quindi esclusi i bar, pub, ristoranti, hotel… e tutti i luoghi dove l’attività musicale è solo di intrattenimento ai clienti.

Un dubbio può restare per le sagre. Ma in tali contesti mi sento di dire che quando si tratta di vero e proprio concerto, fuori dal contesto della ristorazione, l’IVA è al 10% in quanto palco, posti a sedere o area d’ascolto in genere sono sistemati chiaramente per favorire il pubblico ad assistere al concerto. Quando invece l’esibizione è  mero sottofondo musicale ovvero intrattenimento al pubblico che è in sagra per mangiare, l’IVA è al 22%.

Ovviamente i dj set sono sempre con IVA al 22% e le rappresentazioni di teatro IVA al 10%;

Come promesso ho cercato di spiegare in modo semplice e in poche righe il concetto. Vi lascio inoltre il link a un ulteriore articolo con esempi pratici

Per completezza vi pubblico di seguito quanto stabilito dall’Agenzia delle Entrate 20.06.2008 n. 257/E.

Esibirsi soc. coop.
Giuliano Biasin

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