Intervista a ShE!NoThinG, artista contro il femminicidio e pronta a fare la rivoluzione a suon di musica

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Abbiamo conosciuto Valentina Sguera, alias ShE!NoThinG, ascoltando i primi due singoli estratti dal suo debut album, in uscita nei prossimi giorni. Oltre ad avere un timbro vocale che non lascia indifferenti e uno stile unico che cura ogni dettaglio, compreso l’abbigliamento, Valentina è anche una donna dai grandi ideali. In questa breve ma intensa interviste ne scopriamo qualcuno.

Ciao Valentina, sei approdata nel mondo della musica con un singolo molto impegnato, “Woman”, in cui tratti un argomento complesso e tristemente attuale come quello della violenza sulle donne. Come mai hai scelto di cominciare proprio con questo singolo?

In realtà ho scritto questo brano quando eravamo in quarantena, il mio pensiero è andato subito alle persone più in difficoltà e tra queste sicuramente c’erano quelle che subiscono violenze domestiche, quindi nello specifico donne e bambini. Sulla base di dati statistici, infatti, le violenze sulle donne avvengono soprattutto in ambienti familiari e ho immaginato quanta sofferenza potesse portare una situazione come quella che abbiamo vissuto con la quarantena. Ho sempre riflettuto su questa tematica in quanto donna, perché potrebbe succedere a chiunque di noi anche se a sangue freddo diciamo “a me non accadrà mai”. Mi piacerebbe molto che nelle scuole insegnassero ad amarsi di più, tipo facendo lezioni sull’autostima. Purtroppo è sedimentata dentro molte di noi l’idea di essere “inferiori” agli uomini, se pensiamo solo al fatto che il suffragio universale in Italia è avvenuto solo nel 1945! Insomma non vorrei prolungarmi troppo su queste questioni ma, per farla breve, ho scelto di pubblicare il mio primo singolo, “Woman”, il 25 novembre proprio perché è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e volevo essere sin da subito vicina a questo tema.

Un esordio di questo tipo dimostra che la musica non è solo “divertimento”, come suggeriva qualcuno in questo drammatico periodo funestato dal COVID-19, ma può essere anzi un modo per sensibilizzare e far riflettere la gente. Secondo te si può fare la rivoluzione con una canzone?

Io credo che con la musica si possa fare una rivoluzione, se pensiamo ai grandi artisti del passato come Joan Baez, che affermava di voler essere ricordata prima come un’attivista politica e sociale e solo dopo come una folksinger; o pensiamo a Patti Smith, che con “People have the power” voleva ricordare che il potere di liberare il mondo dai folli è della gente; o pensiamo anche a Bob Dylan e tanti altri ancora, che hanno davvero cambiato le cose con la loro musica. Quindi la risposta è assolutamente sì, bisognerebbe a mio avvisto ritrovare solo un po’ di coraggio nell’esprimere le idee anche quando non sono “politically correct”.

Infatti, almeno stando ai tuoi primi due singoli (“Woman”, di cui parlavamo prima, e “Rabbit Hole”) si vede che tu sai bene che messaggi vuoi lanciare e non hai paura di esprimerti in maniera forte, chiara e diretta. Le tue sonorità, comunque, anche se prima citavi molti artisti degli anni 60 e 70, riportano alla mente principalmente gli anni 90. A livello compositivo, dunque, quali sono i tuoi riferimenti principali?

Io amo gli anni 90, sono in assoluto i miei preferiti, quindi ho una lista infinita di artisti che amo di quell periodo. Per brevità ne menzionerò solo qualcuno: Nirvana, Pj Harvey, Nick Cave, Guns and Roses.

Puoi già anticiparci qualcosa riguardo il tuo album in uscita a febbraio?

Be’, come immaginerete le sonorità vanno dal rock di partenza arrivando al rock d’autore ma passando prima per il rock blues, Jonny Cash, Diamanda Galás e gli artisti che ti citavo poco fa (Pj Havery, Nick Cave, Guns and Roses).

Molto anni 90 è anche la tua scelta di cantare in inglese. Come mai hai deciso di scrivere in questa lingua anziché in italiano?

Credo che l’inglese sia in assoluto la lingua della musica, in più è la lingua internazionale per eccellenza, per cui la capiscono tutti (o quasi).

Se potessi scegliere un artista con cui collaborare per un tuo prossimo singolo chi sceglieresti?

Nick Cave, perché sento dentro le sue canzone la mia stessa drammaticità.

Ringraziandoti per questa intervista, ti chiediamo di salutarci dicendo ai nostri lettori perché dovrebbero ascoltare la tua musica e dando loro i link per farlo.

Grazie a voi per queste domande interessanti! Mi farebbe piacere se ascoltassero la mia musica perché mi piacerebbe che si emozionassero come mi sono emozionata io quando le ho scritte! Vi lascio qui il link per ascoltarmi su spotify (ma potete ascoltare la mia musica su quasi tutte le piattaforme digitali):

ARIS SENESE