Intervista scritta a Marco Germani

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Intervista a Marco Germani per Radiotweetitalia

Hai pubblicato un nuovo album. Puoi presentarlo ai nostri lettori?

N.D.E. Sta per Near Death Experience, in italiano “sindrome di morte apparente”, è uno stato durante il quale il soggetto sembra morto ma non lo è ancora del tutto, rappresenta metaforicamente quello che penso in generale della società moderna ed in particolare del settore musicale e artistico. Suono quotidianamente per locali e feste di piazza con in diverse formazioni, progetti cover interessanti e basati sull’animazione (che poco c’entrano con il mio album), purtroppo troppo spesso mi capita di vedere gente che al posto di essere partecipe e godersi lo spettacolo è china con il testone sullo smartphone, alle volte intere tavolate, amici, ragazzini. Questo mi fa stare male perché percepisco come inutile la nostra professione. La musica è un mezzo di espressione e comunica emozioni, ma è agonizzante, ridotta a un sottofondo, considerata poco, non so di chi sia la colpa, ma mi fa riflettere. Questo album emotivamente dovrebbe rappresentare questa sensazione per motivare la gente all’ascolto, altrimenti cessa lo scopo della mia vita: liberare gli individui dalla quotidianità…N.D.E. Nasce anche come un viaggio verso una dimensione inquietante, popolata da creature da incubo, ricordi confusi, alter ego violenti, paesaggi cupi, è un esperimento sonoro e meditativo, mi piace molto chiedere a chi l’ha ascoltato «cosa hai visto?» e le risposte spesso coincidono! Questo aspetto dalla musica e dell’essere umano mi affascina molto.

Ci parli della tua formazione da musicista?

Ho iniziato gli studi classici a 9 anni, verso i 13 ho iniziato anche a provare qualche accordo, a 15 l’elettrica e le band poi dopo le scuole superiori ho dato l’esame di teoria e solfeggio e mi sono iscritto al C.P.M. Di Milano (esperienze stupende che mi hanno dato moltissimo) diplomandomi in chitarra elettrica poco dopo. Ho sempre insegnato e a 24 anni ho aperto il primo centro musicale moderno a Vigevano, poi a 30 una struttura più grande che si occupa attualmente di musica e intrattenimento. Non ho mai smesso di suonare, comporre e realizzare eventi insieme ad amici che si barcamenano tra lavoro e famiglia. Attualmente mi occupo di: cinque band, una etichetta indipendente, un’associazione culturale, diverse situazioni unplugged in duo o trio, musica per matrimoni, registrazioni e aiuto amici artisti che vogliono produrre i propri album, il tutto presso After Life Music Dimension a Vigevano (PV).

Da dove è nato il titolo del disco?

Credo di aver spiegato bene con la prima domanda, comunque ci è voluto un po’ a trovarlo, poi come tutte le cose è uscito dalla mia testa e si è manifestato, è un po’ cupo ma rappresenta bene il concept dell’album.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Traggo ispirazione dalla gente e dai fatti di cronaca, ma non c’è nulla meglio di un film perché mi permette di astrarmi e proiettarmi in un’altra dimensione. Spesso sogni ad occhi aperti, ho scritto anche un romanzo (Limbo Neutrale) perché la fantasia è ciò che mi attira maggiormente, e non credo debba essere una prerogativa solo dei bambini, la musica é il mezzo che mi é più congeniale ma adoro l’arte figurativa, i romanzi cyberpunk, fantasy e horror, i fumetti ed ovviamente il cinema.

Quali sono i punti forti della tua musica? Cosa può incuriosire un eventuale nuovo ascoltatore? Quali sono le tue qualità principali?

Penso la fusione di vari generi, in particolare metal ed elettronica e l’utilizzo di molti campionamenti e sonorità che spaziano dall’orchestrale al digitale puro. Penso che N.D.E. sia un prodotto per chi ama ascoltare musica durante un allenamento in palestra, o a luci spente sdraiato sul letto. Diciamo per tutti coloro che vogliono viaggiare con la mente e il corpo e per appassionati di videogiochi e film sci-fi.

Come nasce una tua canzone?

Spesso da un suono sintetico o orchestrale, alle volte da un riff di chitarra, in generale curo molto l’aspetto ritmico e sinestetico, poi inserisco delle piccole cellule tematiche che si ripetono, per creare un loop ipnotico (è una tecnica usata molto nella dance). In questo album non c’è tanto di armonico, è tutto molto modale e semplice, inoltre è tutto nella stessa tonalità di RE per dare continuità ai brani, in realtà è come se ascoltassi un brano solo. Il lavoro melodico più da “forma canzone” invece è opera degli ospiti che hanno saputo magistralmente sovrapporre al tessuto le parole e i vocalizzi, dando al progetto una forma più “radiofonica” e alle canzoni una struttura più formale.

C’è un brano in questo nuovo disco al quale ti senti molto legato?

Potrei dire “Sindrome di Morte Apparente” perché è la title track ed è l’unico brano con una parte di testo in italiano che ho voluto far rappare, credo sia quello con più contaminazioni in assoluto, ma che potrebbe anche essere mandato in radio.

Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?

Tantissimi direi: Nine Inch Nails, Pink Floyd, 30 Seconds to Mars, Metallica, Opeth, ma anche le colonne sonore di film come Trecento, Matrix, Strange Days, Blade Runner, Terminator…

Cosa farai in futuro? Hai delle sorprese nascoste o dei sogni nel cassetto?

Mi piacerebbe fare un E.P. più grezzo con una formazione minimal di basso, chitarra, batteria e voce per tornare alle origini, e poi cominciare a comporre il seguito di N.D.E. che ho già in mente, perché credo di aver trovato un filone interessante nel quale riesco ad esprimermi bene.

Con chi vorresti collaborare un giorno?

Con chiunque voglia fare musica, non ho nessun pregiudizio, vorrei poter comporre una colonna sonora per un film o un videogame, anche solo per un corto, mi piacerebbe molto lavorare con un regista.

Siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

La musica è una cosa meravigliosa, non fatene mai a meno e quando incontrate un musicista fategli domande e state a sentirlo, chiacchierate con lui dopo il live, fategli capire che la sua musica vi ha emozionato, alla nostra razza non importano molto i “like” o le “views” a noi interessa il cuore che batte forte!