I Veivecura pubblicano il nuovo disco Volersi bene e nella nostra intervista ci raccontano di più sul loro progetto
Ciao ragazzi, Volersi bene è il vostro nuovo album. Che atmosfere avete voluto creare sia a livello di testi che di suoni?
Ciao! Per la creazione di Volersi Bene ci siamo ispirati ad alcuni dischi di grandi cantautori italiani come Dalla o Battisti, ricercando un sound che si avvicinasse un po’ a quel periodo a cavallo tra gli anni 70 e gli 80. Non abbiamo voluto però rinunciare alle atmosfere etereo-dream che ci hanno sempre contraddistinto.
Ad aprire il disco sono due canzoni che giocano molto sui pensieri, vi piace immaginare per trarre ispirazione nella vostra scrittura?
I miei testi nascono sempre da un’ispirazione legata alla vita reale, poi da lì parte un treno che viaggia verso territori lontani. Non voglio rendere pubblico il diario personale della mia vita, preferisco da questa prendere solo degli spunti per parlare di altre esperienze possibili e condivisibili.
Domina molto il colore rosso, dal caldo al fuoco alle sigarette accese. Come mai?
A partire dalla copertina, dove trovi un cuore stilizzato a forma di trappola dentata, l’album gira attorno a sentimenti molto intensi. Si parla di amori finiti, amori appena sbocciati, ma anche di fuochi “occasionali”.
Quanto è difficile fare musica in Sicilia?
Dal punto di vista dell’ispirazione la Sicilia è un luogo perfetto: sole, mare, vulcano, deserto. Il problema è che questa regione è tagliata fuori dal business musicale. Roma e Milano sono a distanza siderale. Fare concerti in Italia per una band siciliana di fascia medio-bassa è una missione quasi impossibile, a meno che tu non sia un ricco ereditiere. Per fortuna esiste internet, così quantomeno la musica è libera di circolare ovunque rapidamente.
La scelta del vostro nome d’arte?
Una vecchia storia, una vita fa, ormai non ne parliamo più… sennò ci sentiamo vecchi.
Che tipo di live vorreste proporre legato a questo disco?
Causa pandemia abbiamo posticipato l’uscita dell’album di due anni. Quindi in realtà ci è già capitato di suonare queste canzoni sin dal 2020. Il live è molto fedele al disco, facciamo un limitato uso di sequenze giusto per dare un tocco in più al sound, per il resto abbiamo stretto all’osso l’utilizzo degli strumenti sul palco: Batteria, basso, chitarra, pianoforte e sax.