Jacopo Ratini

Intervista a Jacopo Ratini: «“Non sono più io” è rivolta a tutte le persone che si sentono “in cambiamento”»

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Abbiamo incontrato il cantautore romano Jacopo Ratini. Jacopo ha all’attivo una partecipazione al Festival di Sanremo, nelle Nuove Proposte, tre dischi, un libro di poesie e racconti dal titolo “Se rinasco voglio essere Yoko Ono” e un’audiofiaba “Il Pescatore di Sogni”. Inoltre è ideatore del Salotto Bukowski, un reading-musicale tra teatro e canzone, in cui le poesie di Charles Bukowski s’incontrano a livello tematico con gli artisti che hanno reso grande la canzone d’autore italiana. Qualche giorno fa è uscito il suo nuovo singolo dal titolo “Non sono più io”, ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao e benvenuto su Onde Indie Indipendenti. Torniamo un po’ indietro nel tempo, come nasce la tua passione per la musica e per il canto?
Verso i 15/16 anni ho preso in prestito la chitarra di mio padre e ho iniziato a suonare i primi accordi. Quasi in automatico sono uscite le prime melodie e i primi testi. In pochi mesi ho creato un bel repertorio di canzoni. Così, l’ultimo anno di Liceo, ho formato la mia prima band i “Timberlino 82” con la quale ci esibivamo nelle altre scuole, nei locali di Roma e all’interno di festival e rassegne di musica emergente. Da lì in poi, anche durante il periodo dell’università, non ho mai più smesso di scrivere canzoni e di cantarle in pubblico. Il resto è storia recente, che conoscete.


Nel 2010 hai partecipato al Festival di Sanremo nelle Nuove Proposte con il brano “Su questa panchina”. Cosa ricordi di quell’esperienza?
Un’orchestra di sessanta elementi che suona un brano scritto da me, qualche mese prima, su una panchina di Recanati. Una grande emozione, un grande orgoglio, un sogno che avevo da bambino e che finalmente si avverava. Sanremo è stata davvero un’esperienza pazzesca.


Da qualche giorno è uscito “Non sono più io”, il tuo nuovo singolo. Ci racconti di questo brano e cosa rappresenta per te questa uscita dopo tre anni di silenzio “discograficamente” parlando?
“Non sono più io” è una canzone che ho scritto durante il primo lockdown del 2020 ed è rivolta a tutte le persone che si sentono “in cambiamento”. È un inno all’accettazione della propria vulnerabilità, un profondo esame di coscienza che porta a domandarsi chi siamo veramente in un mondo sempre così distratto; volevo parlare del coraggio di mettersi in discussione, che porta, spesso, alla consapevolezza di non essere più le persone che eravamo fino a poco tempo prima, lasciando spazio ad una parte di noi, diversa e probabilmente migliore.

 


Non solo musica ma anche e soprattutto parole: come nasce una tua canzone?
Ho sperimentato vari modi di scrivere canzoni. Il metodo che, al momento, utilizzo più frequentemente è il seguente. Creo una melodia, spesso e volentieri a cappella (con la sola voce, senza l’utilizzo di strumenti musicali), e la registro sul mio smartphone. Poi mi sposto sulla chitarra e cerco gli accordi che sostengano la melodia nel modo migliore e più armonico possibile. Infine ci scrivo sopra un testo. In prima battuta utilizzo parole italiane buttate a caso che poi, in una fase successiva, trasformo in frasi più strutturate e di senso compiuto. Una volta revisionato il tutto, scelgo un titolo efficace e passo alla fase di produzione (arrangiamento) del brano.


Continuerai a pubblicare singoli o hai in progetto un album completo?
Per ora ho in mente di pubblicare una serie di singoli nell’arco del 2023. Poi, forse, più avanti li raggrupperò tutti all’interno di un EP o di un album.


Sei sempre impegnato in tante cose ma hai altre passioni oltre alla musica?

Amo camminare, leggere e mangiare dolci.


Prossimi passi?
Un nuovo singolo in primavera.