Cristiano Pucci è un musicista italiano che vive a Londra e che da lassù spedisce spesso canzoni e video di grande fascino: è il caso di “Rush”, ultimo clip che anticipa il suo nuovo lavoro, “liveWRHS”. Lo abbiamo intervistato.
– Ciao, ci racconti com’è andata la tua storia musicale fin qui?
Fondamentalmente mia madre mi ha trasmesso la musica: Queen, Anna Oxa ma anche altro; Vasco Rossi e Smashing Pumpkins. Al liceo ho vissuto il Grunge e lo Stoner fino al 2003 quando ho provato il Conservatorio di Firenze senza successo. A quei tempi andavano molto gli Afterhours, nel 2006 quando uscivano le Vibrazioni e i Negramaro diciamo seguivo quella corrente stilistica. Caratterialmente ho sempre cercato di raffinare le mie sonorità e il mio istinto cantautoriale ma arrivato Londra nel 2010 ho avuto a che fare anche con il British Pop Psichedelico. In parallelo una lunga gavetta con le band e tutti i piccoli pub di Londra. Nel 2020 finalmente il cerchio si chiude e dopo avere Lavorato per cinque intensi anni nel pub dei Rolling Stones ed essermi iniettato in vena tutta la musica degli anni 70, arriva una proposta inaspettata da La Rue Music Records.
– Perché hai deciso di realizzare un live ora?
In realtà il video live è stato realizzato a fine dicembre 2021, abbiamo deciso di farlo uscire ora perché non avevamo trovato ancora un format ben preciso per promuoverlo. Il liveWRHS accorcia i tempi di uscita tra il primo EP Madness in Heaven e l’album In Glam sempre in fase di elaborazione. Nei prossimi mesi ci saranno altri contenuti, tra cui un altro video. L’obbiettivo è quello catturare l’attenzione sia dei media che dei booking affiancando un lavoro parallelo di promozione live in acustico.
– Che tipo di brano è “Rush”?
Rush di per sé ha un impatto molto fisico. Vocalmente devo veramente prendere i tempi giusti per riuscire a mantenere la giusta tensione. Viene descritto come “L’esigenza di buttare fuori tutto, di lasciarsi tutto alle spalle. Come una corsa perpetua, come un tunnel che ti risucchia e tu non puoi far altro che lasciarti andare ed essere sempre più veloce”. Nello scrivere questo pezzo, infatti, stavo pensando alla velocità e al ritmo di vita qui a Londra. Mi ricorda molto “Let there be Rock” degli AC/DC.
– C’è molta ispirazione glam nelle tue canzoni. Pensi che sia un genere che racconta bene anche la realtà di oggi?
Il Glam è tornato qualche anno fa ma spero che ci sia un ritorno al Grunge o al Synth Pop dei Depeche Mode. Non mi sono mai posto questa domanda o perlomeno non sono mai andato a fondo nel capire la corrente del momento. Seguo la musica con il cuore; ascolto e faccio quello che mi piace nonostante le critiche delle persone. Le emozioni che ho dentro sono quello che ha un impatto più grande là fuori, lascio a loro il compito di giudicare.
– Hai delle date dal vivo in Italia fissate per quest’estate?
Al momento vivo il presente e non pianifico oltre i prossimi mesi. Dopo aver pubblicato questi due video live e l’album sulle piattaforme digitali aspetto che qualche Santo dei Bookings si avvicini ed esplori la mia arte da vicino. Senza un’agenzia i prossimi mesi saranno, come al solito, pieni di dubbi e di speranze. Vivremo giorno per giorno affidandoci al budget a disposizione. Spero di riuscire a finalizzare IN GLAM il entro fine 2023 prendendomi il giusto tempo per curare i pezzi senza la frenesia di far uscire qualcosa per gli altri ma solo con la voglia di esprimere tutto quello che rimane nel mio cuore e nella mia mente.