Che dire amici di Malcom… ho dovuto (e voluto) far di pulizia, sia primaverile che estiva, ho messo su del suono francese, qualche buon liquore americano e ho steso alle pareti litografie di paesaggi metropolitani, dalle luci di led, post atomici in qualche misura. E tutto questo per accogliere – virtualmente s’intenda – la nostra VEA e questo suo nuovo disco dal titolo emblematicamente sociale: “Sei chi non sei”. Maschere sociali ma, prima di tutto, lotte partigiane con se stessi e con l’emancipazione verso l’accettazione del se… il tutto ben un nuovo pop d’autore decisamente più affascinante nella forma come nelle soluzioni di arrangiamento, digitali manco a dirlo… da sottolineare il mix di voce che spesso cerca la differenza dalla forma abitudinaria. Però dentro questo nuovo disco di VEA c’è davvero una personalità formata e definita… non potrebbe essere altrimenti, spulciando le liriche in gioco…
Finalmente un altro nastro rosa sulla mia scrivania. Per una donna quanto è difficile riconoscere il suo corpo, la sua fisicità?
Quante righe può durare questa risposta? Tanto dipende dall’educazione che ricevi, da quanti compagni di classe stronzi incontri, da quanto ti lasci condizionare dall’esterno in cui sei immersa, il luogo in cui vivi…insomma, tutto dipende dal tuo fazzoletto di realtà. Il mio corpo lo riconosco nel bene e nel male, è il mio involucro e mi permette di entrare in relazione col mondo e permette al mondo di relazionarsi con me. È stare nel mondo in quanto donna che comporta delle difficoltà…
E quanta violenza c’è nel portarlo in scena, nel metterlo a nudo?
Non so quanto sia violento, per me stare in scena è molto naturale, ma non sono mai stata nuda davanti ad un pubblico, solo davanti ad una telecamera con tre persone che stavano lavorando con me al videoclip di Esplosa.
Perché poi sei nuda nel video? Perché questa scelta?
Perché rappresenta una rinascita, un corpo che si ricompone un pezzo alla volta, dopo essere stato fatto a pezzi dal dolore, per tornare in vita…una pelle che si rinnova, ma coperto di cicatrici che brillano.
Tanto buio dentro questo disco, dai colori alle luci… credo sia una scelta voluta o sbaglio?
Miles Davis diceva: “La vera musica è il silenzio. Tutte le note non fanno che incorniciare il silenzio”. Il buio ti permette di percepire la luce, è la sua genesi, la sua antitesi. Mi sento più luminosa adesso che nel 2018, momento in cui sfoggiavo energia ed ironia. Abbassare i toni può aumentare la potenza!
Un disco he guarda al futuro o che si aggrappa al passato?
Un disco presente, pieno di passato che vuole viaggiare nel futuro!
Beh e dal punto di vista fisico? CD o VINILE?
Ho stampato CD per questioni economiche, ma il vinile è il vinile… chissà magari più avanti potrei stampare un’edizione speciale. Come si suol dire, state connessi!
E a proposito di emancipazione prendiamo dalla rete questo video dal titolo “Esplosa”, dove VEA si mette a nudo per davvero ma è anche la scusa buona per rendere merito al disco tutto, nelle sue più intime angolazioni, di suono come di spiritualità. Una bella prova d’artista…
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