Il Salotto di Malcom: Tiberio Ferracane

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Come dire: non basta spolverare un salotto e non basta neanche mettere in fresco il vino migliore viste le temperature acide. Come dire: per un cantautore di lungo corso come Tiberio Ferracane, che già nel suo DNA ha mezzo mondo in circolazione, serve a poco sembrare all’altezza. Non voglio mitizzare nessuno ma un disco come “Magaria” di certo dimostra quanta vita ha atteso e poi narrato un uomo solo, dentro canzoni sue, nuove, inedite… ma anche dentro grandi classici che ha pescato dalla sua storia di ascoltatore e oggi le fa sue da cantautore. “Magaria” è una magia delicatissima, quasi francese, un poco americana anche… e io lo lascio accomodare che tanto alla fine, basta soltanto essere se stessi.

Adoro tornare indietro nel tempo e questo disco sa regalarmi questa esperienza. Ormai i dischi si fanno al computer… è un tema assurdo, caldo, sempre attuale… ma se dobbiamo parlare di vita non possiamo stare dietro a un computer vero?
Questo disco ha una caratteristica che è stata la base del lavoro, la linea guida di come fosse; cioè rigorosamente con strumenti acustici e devo dire che anche l’arrangiamento non ha avuto bisogno di chissà quali corbelli, tutto era li a portata di mano dei musicisti! È stato un lavoro artigianale e ha portato via molto tempo (16 tracce di questi tempi) ma essenzialmente facile diretto. Non faticoso nell’esecuzione.

Com’è stato prodotto? L’avete suonato quante volte prima di portarlo in studio?
Inizialmente si pensava di farlo live tutti insieme, poi per motivi organizzativi non è stato possibile ma volevamo mantenere quel sapore e quindi tutti strumenti acustici registrati traccia su traccia, insomma come una volta, come le famose “pizze”! Musicisti amici/professionisti che arrivavano già con le idee chiare poche take e si andava oltre.

Registrazioni dal vivo? E quanto spazio all’improvvisazione?
Registrazioni live in studio, l’estro del musicista è parte fondamentale di questo disco. L’arrangiamento è avvenuto con poche idee guida, tutto il resto veniva da sé.

Guardando in faccia alla distrazione mondiale nei confronti della cultura artigiana… cosa rispondi a chi si presenta con la perfezione dei suoni digitali?
Io che amo molto la musica elettronica, quella di Jean Michel Jarre per capirci, dico che c’è un tempo per tutto, ma che soprattutto dobbiamo essere veri.

Eppure per un cantautore non dev’essere difficile raccogliere indifferenza in questo tempo che ogni cosa è omologata dalla macchina operatrice dei media. Come sopravvive la dignità di un artista che, come dice Bennato nel suo ultimo singolo, “non c’è”, non esiste praticamente se sta fuori dal gran ballo delle celebrità?
Io in questo disco me ne sono fregato altamente delle logiche di mercato, avevo una storia da raccontare e molte altre da intrecciare! Avevo necessità di raccontarla questa storia!
Io sono da “tempo fuori dal gran ballo delle celebrità”, sempre se ci sono mai stato, e se ci pensate è un vantaggio enorme, mi sento libero anche di sbagliare, che è una grande cosa. 
- E non avere anche un video ufficiale ti condanna… a inesistenza quasi certa… cosa pesco dalla rete dunque?
Il video era previsto, le idee che mi sono state sottoposte non mi piacevano, ora con il prossimo singolo autunnale invece è previsto perché mi è piaciuta l’idea. 
- A quelli come voi noi chiediamo salvezza. Una guerra persa in partenza o il tempo ci darà ragione?
Io so solo che finché avrò storie da raccontare scriverò canzoni, finché amerò questo mestiere mi dannerò a cercare palchi in cui esprimermi.
Io non so se sono in grado di dare salvezza, ma certamente cerco salvezza, e la musica più volte lo ha fatto.Il tempo ci darà ragione finche si avrà bisogno di emozionarsi e di scambiarsi la pelle. Io sono un inguaribile ottimista. Ma so di avere ragione.

E quindi niente amici, niente video e in fondo la coerenza regna sovrana in questo modo. Così vi lascio ascoltare il disco da quelli che sono i consueti canali digitali e mi raccomando, sedetevi, prendete con cura il tempo e dal tempo che ne resta rubategli ogni scusa buona per ripensarci ancora.