In questo salotto ci vogliono luci di NEON. L’ho sempre sostenuto, l’ho sempre saputo. Oggi più che mai dietro la certezza che tra le righe di una grandissima fetta di musica si nascondono visioni, immagini, estrapolazioni psichedeliche di chi siamo o di chi vorremmo essere. Chi sa cosa risponderebbe a tutto questo DETOX: benvenuto al menestrello dei mix digitali che finalmente dopo anni di storia al fianco di produzioni più o meno celebri, ci lascia una sua personale di brani proveniente dalle grottesche periferie metropolitane di un futuro non troppo lontano. Si intitola “Landing” e mi ci sono perduto dentro. Si intitola “Landing” ed io ho provato a raccontarlo a qualcuno. Poi mi ci sono perduto dentro…
Detox. Partiamo dalle origini. Cosa significa?
Sinceramente è privo di significato, anche se negli anni è stato usato per diverse funzioni, sia in campo musicale che non. Per quanto mi riguarda proviene da un serata di un po di anni fa. Avevo circa 20 anni e in quel periodo suonavo con Loux. A me non interessava avere un nickname ma dopo l’ennesima volta che mi cazziavano, mi decisi. Prima di salire sul palco con un mio amico buttammo giù due nomi, tra cui Detox e visto che proveniva da una serata “magica” ho deciso di tenerlo.
Detox. Arrivo ad un esordio…possiamo dire dato che alle spalle hai tantissimi anni di grandi collaborazioni…perché solo ora questo “Landing”?
Molto semplice. Un giorno riflettendo con due miei cari amici e produttori (Fuso e Q3000) si parlava della nostra individualità e di come alle volte ci si dimentichi di essa, lasciandoci coinvolgere e spesso perdere nell’insieme”. Dopo quella discussione ho capito che era arrivato il momento di rispondermi alla più semplice delle domande, ovvero: chi ero musicalmente? …e questi brani sono le prime risposte che mi son dato. Ora, ovviamente, son curioso del resto.
Ma questo disco per caso raccoglie tracce che non hanno avuto altri sbocchi? Oppure sono composizione che mai metteresti al servizio di altri?
Sono parte di un percorso musicale dello scorso anno e rappresentano, come dice il titolo stessa, una fase di “atterraggio”.
Cosa pensa Detox della scena indie italiana e delle sue vetrine mediatiche? Sii anche polemico quanto vuoi…
Non saprei. Quello che mi fa piacere però, è vedere come diversi produttori e realtà indipendenti stiano finalmente avendo il giusto feedback. Penso che c’è sempre stata e sempre ci sarà la gente che non si accontenta dei soliti “copia e incolla” e queste realtà servono proprio a questo, a dar luce a chi a suo modo cerca di dar forma a qualcosa di nuovo e personale.
Raccontiamo il leitmotiv – se esiste – di questo lavoro? Oppure lasciamo che ognuno ci veda del suo?
Come dicevo prima, per me è legato ad un periodo in cui ho avuto bisogno di fare chiarezza su alcuni miei aspetti. In realtà da quando è uscito “Landing” mi sono accorto che ogni persona che mi parla del disco sente cose diverse, e questa cosa mi fa molto piacere.
Vinile contro File. Altra lotta tra titani. Detox immagino sia per…
Io sto per la bella musica, poi se vogliamo fare i buongustai: vinile tutta la vita.
C’è poco da fare i pignoli. Un ascolto che il vostro Malcom vi consiglia e lascia decantare contro ogni misura di noia e di incomprensione. Questo “Landing” ha suoni e voci per sembrare chiunque vogliate. Play Loud gente…