Il Salotto di Malcom: COSTA

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Arrendo alla vecchia questo salottino virtuale per il mio primo incontro del nuovo anno. Un nuovo anno apocalittico dentro cui spesso il pensiero vaga alla ricerca di origini e antiche verità. E cade a fagiolo questo esordio discografico che sa di pace e di tranquillità, sa di semplicità acqua e sapone dentro una produzione di suoni assai notevole e gustosa. Angelo Costantini, ovvero COSTA, ci regala “L’odore dei Limoni”, primo lavoro personale di canzone d’autore italiana che non ha alcun tipo di presunzione, non aggiunge e non toglie ne tantomeno ricerca. E ci sta tutto… finalmente ci sta questo tornare alla canzone semplice che lascia arrivare in faccia la potenza della nostalgia romantica di un vita vissuta… e contemplata.



Benvenuto nel nostro salottino virtuale. Chi è Costa? Somiglia tanto ad Angelo Costantini?
Benritrovati a voi e grazie dell’invito.
Bella domanda! Be’ le ragioni del mio pseudonimo sono proprio da rintracciare nella non coincidenza tra il personaggio artistico e la persona altrimenti mi sarei chiamato senza problemi con il mio nome e cognome poiché infondo suona come: “Cesare Cremonini”! Le ragioni sono sopratutto di ordine produttivo, la produzione del mio disco si è avvalsa di professionisti con diversi background musicali ed io ho voluto lasciare libero ciascuno di portare un po’ del suo universo. Il risultato finale ha portato però comprensibilmente un disallineamento che connotava meglio un progetto piuttosto che un artista.

Costa come cantautore oggi che di cantautori davvero siamo sommersi. Se dovessimo pensare al tuo quid pluris? Qual è?
Non sono del tutto convinto che ne siamo davvero sommersi. Il termine cantautore è decisamente abusato e viene applicato ai più svariati progetti purché il cantante scriva almeno due strofe di testo. Le caratteristiche del cantautore con la “C” maiuscola sono state sempre di spessore: l’intento aulico-artistico, l’indissolubile legame testo/musica, l’impegno sociale/politico, la volontà di intervenire artisticamente sul mondo per modificarlo, reinterpretarlo, renderlo migliore o intervenire perlomeno sotto il profilo culturale. I fenomeni odierni, fatte le dovute eccezioni, a mio avviso non possono dirsi cantautorali poiché deficitari di uno o più punti elencati. Secondo me non è rispettoso adattare il termine ai nuovi contesti ma è bensì doveroso trovare altri termini per nominare il mutamento dei fenomeni.
Qual’e’ il quid di Costa?
Costa scrive testi filosofici, psicologici, od esistenziali cercando nell’esperienza della vita simbologie, significati e risposte (il cercare risposte è un altro anello mancante della gran parte dei cantautori odierni). Per quanto riguarda l’aspetto musicale penso che l’eterogeneità di stili e di generi possa essere un altro punto a mio favore!

Il suono di questo disco è davvero stupendo. Complimenti. Produzione impegnativa vero?
Ringrazio e porto a casa il complimento ma a dire il vero il merito è tutto di Domenico Pulsinelli che lo ha diretto ed arrangiato in toto e del suo Bess Recording Studio. Decisamente impegnativa basti considerare che per chiuderlo ci sono voluti quasi due anni!
Desideravo per la direzione di questo disco un professionista in grado di legare stilisticamente ed a livello di suono un materiale così eterogeneo e complesso e devo dire che Domenico è stato un vero e proprio comandante che ha saputo traghettare la nave anche nelle burrasche più dure. Non deve essere stato facile per lui trovare una veste che potesse adattarsi al mio sentire e al contempo collegare i 12 brani. Il giusto musicale, lo stile ed il suono sono tutta farina del suo sacco.

E dunque perché alla fine regalarla so Spotify a tutti coloro che ci cliccano su?
Mi sembra una domanda più politica che prettamente musicale. Intuisco che indirettamente auspicheresti che un lavoro accurato fosse tutelato e protetto dal fagocitatore digitale e di certo non hai tutti i torti. Devo ammettere che sotto un profilo discografico e di mercato sono un novellino e dunque per il mio primo disco ho aperto i canali che i più reputano “necessari” per la diffusione. A dire il vero alcuni di questi, come Spotify ad esempio, li ho semplicemente aperti perché non ho posto in essere ancora alcuna azione per promuovere e diffondere attivamente la mia musica.

Mettiamo in circolo “Vento”, il momento più alto di questo disco. Bello anche il video. Emancipazione o rimpianto? Voglia di crescere o di tornare bambino?
Porto a casa con piacere anche questo complimento, grazie! Emancipazione o rimpianto? Nessuna delle due o meglio, emancipazione dal rimpianto! Vento vuole constatare che la mancanza, di un affetto, di una persona cara, è una condizione imprescindibile dell’uomo e che alcuni legami vincono il vincolo del tempo e della materia ragione per cui quella mancanza diventa uno spazio non vuoto bensì ricolmo di “presenza” serbatoio di energie vitali e spirituali.
Voglia di crescere o tornare bambini? Assolutamente di crescere proteggendo e portando sempre con sé il bambino, i suoi sogni e la suo desiderio di vivere a pieno!

Costa e i social. Che rapporto hai? Per chiudere ci sta sempre bene una domanda sociale… parliamo di mezzo prezioso o di regressione sociale?
Un rapporto recente innanzitutto, inizialmente conflittuale adesso pacificato ma ancora abbastanza freddo. Non riesco ad entusiasmarmi per il medium e per questo cerco di proporre contenuti abbastanza professionali/istituzionali, poco personali e per questo non molto “Social”. Devo sicuramente trovare un mio sentiero comunicativo che mi renda meno incartapecorito di quello che sembro.
Mezzo economicamente prezioso sicuramente si dal momento che gran parte del business si movimenta attraverso di loro, mezzo che ha , per coloro che ne hanno saputo sfruttare le caratteristiche, aumentato le autonomie e le libertà artistiche ma ha al contempo reso meno visibili talenti focalizzati più sul contenuto musicale o meno avvezzi all’esposizione mediatica. A livello sociale non so dirti se sia una regressione o meno (anche se potresti intuire per cosa protendo) di sicuro trattasi di una mutazione che ci ha fatto fare un vero e proprio salto (nel vuoto!) per cui non valgono più le vecchie regole del “gioco”!

Dalla rete pesco “Vento”, un bellissimo brano che porta con se tutta la poesia di un viaggio, di una crescita, di una emancipazione… tutte cose che passano inevitabilmente dentro i sogni di un bambino.