Il Salotto di Malcom: Bob Balera

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Un salotto multiverso sicuramente. Multiforme, multigenere… che poi sempre e comunque si tratta di tornare alla forma del pop. Perché al pop d’autore non si dice mai di no, soprattutto quando sembra attingere a quelle origini che hanno fatto la storia… e inevitabilmente continuano a scriverla. Il duo veneto dei Bob Balera, al secolo Romeo Campagnolo e Matteo Marenduzzo (Dischi Soviet Studio), portano in scena un lavoro composito, complesso, visionario e decisamente pop. “Pianeti” è figlio di quel battistianesimo imperante, di quell’Italia delle balere… ma anche figlio e fratello di un suono digitale che al futuro sembra non guardare con un occhio benevolo. Tempo al tempo: io li faccio accomodare, verso birra d’annata, niente marche strambe e poi mi siedo a rovistare.

Benvenuti nel mio salottino di musica. Io sono curioso di questo SongBook. Ma non lo trovo in commercio o sbaglio?
(Matteo Marenduzzo) – Non sbagli. In realtà non vuol che essere un piccolo compendio. Un regalo per chi ha voglia di conoscerci meglio.

Realizzare qualcosa di fisico oggi è una bella rivoluzione. Voi addirittura un libro… perché?
(Matteo Marenduzzo) – Non è un libro vero e proprio in realtà. Diciamo che è un breve racconto di immagini e parole; un modo originale per descrivere quello che facciamo.

La musica oggi: disinteresse, liquidità, poco spazio alla cultura… e domani? Il futuro secondo voi?
(Matteo Marenduzzo) – Il futuro è un’ipotesi, cantava Enrico Ruggeri. Personalmente ho smesso di pensare il futuro da qualche tempo. Per ora ci limitiamo a suonare la nostra musica nella speranza che qualcuno possa piacere.

Che poi in questo disco c’è tanto di quel gusto retrò… ve l’avranno chiesto tutti. Io invece ci ho trovato quel gusto futurista che si aveva negli anni passati. Non so se mi spiego… che ne dite?
(Riccardo Campagnolo) – Ti dico che questo è un complimento bellissimo. L’obiettivo era esattamente questo. Ispirarci alla musica del passato tentando di suonarla nel modo più moderno possibile. In questo ci ha dato una grossa mano il produttore Sandro Franchin .

“Pianeti” suona digitale ma non solo: dal vivo come suonerà? E come sta suonando?
(Riccardo Campagnolo) – Sta suonando bene, molto bene. Vienici a vedere: non rimarrai deluso.

Dalla rete pesco due cose. La prima è un SongBook che gratuitamente potete sfogliare qui. E poi “Dimmi che”. L’amore impera in ogni angolo del disco e questi video decisamente da pellicola sfoggiano anche un bello di donna che sembra didascalico alla narrazione. E qui siamo davvero dentro il pop battistiano, dentro le voci un po’ alla indie maniera… e poi il walkman, quel senso di estraniazione che rivivo dentro il video di Simone Agostini “A25”. Insomma: belle carte e antichi sapori.