Il Salotto di Malcom: BLU 21

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Il pop è sempre piaciuto a tutti amici di Malcom, inutile storcere il naso come a far finta di sfoggiare una chissà quale classe sociale. Ed è poi dalla fine degli anni ’90 che all’America abbiamo iniziato a saper rubare l’elettronica (forse anche molto prima direi io)… e in particolare, la periferia macchia il suo rap, la grande città macchia il suo bel canto. Dentro i vocoder, dentro i sintetizzatori, dentro i drumming plastificati. Su tutto impera la melodia, la giusta frase armonica, la giusta soluzione d’arrangiamento. Su tutto impera il ritornello. Ed è con queste premesse che arriva alle orecchie “Ricordami” l’esordio dei BLU 21 al secolo Paolo Bottini e Sergio Guida. Disco che non promette e non cerca alcuna rivoluzione. E non lo va sbandierando in giro. Dunque so di sedermi e di ascoltare la scuola classica che, se ben fatta come sembra, assicura sensazioni umane assai positive. E questo disco nasce per l’amore e all’amore deve tutto. Peccato per il video ufficiale che ancora manca all’appello: in questo si fanno attendere e io sono curioso di capire quale singolo e in che modo coniugheranno tutto questo essere veri, trasparenti e digitali.

Benvenuti in questo salottino virtuale. Io in genere offro da bere del rum ma quando il disco suona pop non saprei bene cosa associarci. Partiamo da qui: che tipo di Alcool c’è dietro “Ricordami”?
Beh ma perché non offrire anche a noi del rum ? sembra un po’ il gioco di Francesco Nuti nel film Caruso Pascoski quando associava i salumi ai partiti politici . Era avanti anni luce, già nel 1988 scherniva i radical chic. A noi basta una birretta comunque.

Eppure esistono ampi momenti in cui abbandonate sfacciatamente la linea della canzone tradizionale. E qui avremmo molto da dire… qui però mi perdo con l’orientamento… questa varianza significa libertà o disequilibrio? State ancora cercando la vostra direzione o l’avete talmente fatta vostra da potervi regalare il lusso di altro?
La musica è fatta per essere ascoltata non per essere analizzata per poi tirarne fuori un quadro clinico.
La musica che hai ascoltato in “ Ricordami” è semplicemente quella che riescono a produrre i Blu21 nel bene e nel male.

Produzione… dalle distanze inferte del lockdown al primo disco di inediti. Tutto questo è servito per…?
Il lockdown lo abbiamo subito come tutti gli altri. Il lockdown non ha influito nella nostra produzione , sarebbe stata così comunque anche in assenza di restrizioni varie. Spesso abbiamo letto che il nostro disco è una produzione digitale. Niente di più falso. La distanza fisica che c’è stata tra di noi non ha influito sulla produzione. Paolo ha sempre e comunque suonato i suoi strumenti. All’interno dell’album ci sono tracce di basso , ci sono tracce di chitarra. La non presenza fisica non implica il fatto che si suoni attraverso un PC. Spesso chi parla o scrive di musica non si rende conto di quello che succede all’interno del mercato musicale. Ci sono collaborazioni a distanza tra i vari artisti fin da tempi non sospetti. Li senti cantare nello stesso disco ma non hanno condiviso lo stesso studio di registrazione.

E i BLU 21 che cosa in particolare vorranno ricordare?
Tutti quello che accade nella nostra vita. E i ricordi più belli poi diventano canzoni.

A chiudere devo per forza pensare al live. Ecco uno di quei dischi che mi attendo di sentire esattamente uguali al disco. Non è così?
Beh…. Noi invece pensiamo potrà essere un bell’esperimento l’interazione della parte digitale del disco, ovvero la sezione drum, con batterie acustiche. Questo potrebbe portare ad una profondità ritmica molto interessante soprattutto in chiave live dove appunto la parte ritmica è una componente essenziale.
Per quanto riguarda le tracce armoniche (basso e synth) si tratta di strumenti analogici le quali parti sono tutte suonate e quindi suonabili anche in live. Si potrebbe perciò non avere questo vincolo indispensabile delle basi e come per qualsiasi altro concerto, schiacciare “play” solo su alcune secondarie parti, giusto a supporto dello spettacolo e così da elevarne la qualità generale.
La creatività e l’istintività sopra uno scheletro consolidato rendono l’ascolto del live un’esperienza giustamente diversa da qualsiasi altra forma di ascolto e quindi va mantenuto questo aspetto a prescindere dal genere suonato