Il salotto di Malcom: Anna Utopia Giordano

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E non è col pregiudizio che si incontra l’altro. E non è mai una giustificazione quando in nome dell’esperienza si evita di fare un passo oltre quella staccionata che separa il conosciuto dall’ignoto. E Anna Utopia Giordano vaga nelle oscure trame del silenzio per raccontarci le sue suggestioni pregne di minimalismo filosofico e di un “io” che, a percepirlo da qui, sembra costantemente sospeso e mai giudicato. Osservatrice del suo esperire senza mai alzare una voce e senza mai puntare alcun dito in una direzione precisa. Questo breve Ep di poesie (o di spoken world come amerebbe definirlo un esterofilo) dal titolo “Fogli d’ombra” in cui il corpo poetico di voce si adagia su musiche dipinte e segnate dai suoni senza forma di Giuseppe Fiori, Leonardo Barilaro e Un Artista Minimalista, è un piccolo monumento suo personale di astrazione dalle abitudini. E qui in questo salotto, la musica per noi passa anche e soprattutto dalla non forma e dalle non abitudini…

Un progetto decisamente oltre ogni riga di quel che siamo abituati a pensar di trovare dentro un disco. Partiamo da qui: che significato si cela dietro questa forma totalmente fuori “moda”?
Accostare le mie poesie alla musica accade da molti anni, soprattutto durante le performance dal vivo. Fogli d’ombra è il mio primo EP e propone una selezione della mia produzione poetica più recente. Sto iniziando a lavorare ad un album più esteso.

Un disco di parole… nel tempo liquido di parole facili, anzi sintetiche. Decisamente un disco per pochi o sbaglio?
Ci sono alcuni riferimenti a concetti filosofici e scientifici ma, per l’ascolto di Fogli d’ombra, credo sia più determinante la disposizione a lasciarsi trasportare dal suono e dalle immagini evocate piuttosto che la comprensione dei testi in modo preciso e didascalico.

Il suono insegue le parole o le parole inseguono il suono?
La composizione dei miei testi si basa su una costante ricerca linguistica, sono molto attenta al suono dei termini che utilizzo e il lessico che compare nelle mie poesie è scelto per bilanciare il significato e la fonetica. Suono e parole, da questo punto di vista, sono del tutto intrecciati. Le basi musicali, invece, sono state composte dagli artisti coinvolti in questo progetto (Giuseppe Fiori, Leonardo Barilaro, Un Artista Minimalista) dopo aver ricevuto i miei testi. Le musiche sono state costruite intorno alla mia voce già registrata. Ho poi seguito personalmente la fase di mixing insieme a Massimo De Feo, consulente e ingegnere sonoro di Fogli d’ombra.

Domanda visionaria: perché i “fogli” li immagini in ombra? Bisogno restituire luce o bisogno imparare a leggere oltre la luce?
Immagino i fogli in ombra a causa della natura non del tutto coglibile della nostra realtà, caratteristica che a volte percepisco in modo più forte. Ho composto i testi di Fogli d’ombra in un periodo piuttosto ombroso, oggetti e situazioni si mostravano poco nitidi, le parole avevano forme irregolari e denotavano concetti dalle sagome più nebulose del solito. I fogli del mio album, in questa direzione, sono anche composti di ombra e per mezzo dell’ombra di pensieri ed eventi.

E un video ufficiale?
Il video di “Entelechia (o sul senso del dovere)” è pronto e uscirà tra qualche giorno. Durante la scrittura dei testi per Fogli d’ombra avevo in mente sempre la stessa visione: lo spettacolo notturno son et lumière, caratterizzato da proiezioni su monumenti accompagnate da musica e una voce che ne narra la storia. Quando ne ho parlato con Carlo Alleva, con il quale ho collaborato per questo video, ci siamo trovati in sintonia sia per il concept che per la realizzazione. Nell’attesa del video integrale, è già disponibile su YouTube il teaser.

Ed eccolo il video di “Entelechia (o sul senso del dovere)”, come promesso ai tempi di queste domande… e penso che renda pienamente merito alla “non forma” di questo progetto dove la parola ha il compito e la responsabilità, dove la poesia ha ben altre dimensioni spirituali…