Recensione di Marzia Turco
Per quelli che perseverano negli errori e per quelli che, invece, dovrebbero sbagliare più spesso: Fiorino ha pensato proprio a tutti con l’LP d’esordio, Il Masochismo Provoca Dipendenza, uscito il 20 gennaio per Frivola Records e già in giro per l’Italia con ben quattordici tappe e tanti consensi.
La nascita dell’album è stata accompagnata da notevoli collaborazioni; tra queste,il Centro Giovanile Multimediale “Dialma Ruggiero” di La Spezia, come anche il brano La Buona Occasione commissionato dal video-maker Ivan D’Antonio e utilizzato come colonna sonora di un cortometraggio omonimo.
Matteo Fiorino, oltre ad essere un’affascinante cantautore spezzino, è anche marinaio di professione, aspirante attore e latin lover nel tempo libero.
Con questo album tira le somme sulla sua vita, creando un nuovo inizio, ironizzando e polemizzando su ciò che non è andato come voleva; con un genere unico e vario, il folk elettrico, l’artista è capace di far rivivere reminiscenze dal passato, echi della musica italiana, al ritmo di un accompagnamento strumentale eccentrico.
I testi sono molto ricercati e a tratti artificiosi ma ciò non preclude un piacevole ascolto; anzi, una caratteristica fondamentale di Fiorino è la capacità di rielaborare esperienze passate dotandole di un tono nuovo ma senza privarle della vena sentimentale.
Sembra quasi che gli eventi abbiano continuato a mutarsi, ad essere coscienza attiva , senza un’interruzione spazio temporale, divenendo in conclusiva nuove storie e soprattutto insegnamenti , non privi di amarezza per le scelte sbagliate.
Non è difficile sentirsi empaticamente trasportati dai dieci brani che compongono l’album ; il sipario si apre, infatti, con lo stornello e un’en plein iniziale da standing ovation, seguono questioni sentimentali, sue e di altri – Amanda, Mauro– e spunti riflessivi , mai banali, presi da ambienti diversi come Borghesia Napoletana e Stoner di Portorotondo.
Il masochismo provoca dipendenza è stato molto voluto e atteso: Fiorino aveva promesso l’uscita del disco per il 2013, dovendo però ritrattare sulla parola data e posticipando il tutto al 2015; in questi anni, ricchi di impegni e sacrifici, è stato il mare – con il suo isolamento e le molte privazioni – a fare da musa ispiratrice.
Le lente tempistiche, cariche di aspettative, non hanno influito negativamente sulla ricezione dell’album, anzi, visto il risultato, ci auguriamo che sia la prima di altre lunghe attese , anche perché, come Fiorino stesso ci insegna, con il tempo si prende gusto nel ripetere e perseverare sugli stessi errori : buon ascolto!
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