I Bar Ponderoso sono esattamente quel tipo di realtà musicale che piace a noi: pochi fronzoli, coltello fra i denti e una rabbia che sprizza da tutti i pori contro ogni tipo di cliché e di qualunquismo; “Ok ok ok” è in questo senso un antidoto e un calmante, utile a tenere a freno le giornate “no” che ormai si moltiplicano come funghi nel nostro quotidiano, lasciando assomigliare sempre più le nostre vite a lunghe e penose elencazioni di psicodrammi e crolli personali.
Voi non lo sapete ancora, ma ve ne accorgerete dopo aver letto questa intervista e ascoltato il nuovo singolo del power trio siciliano: avete bisogno dei Bar Ponderoso, e una volta scoperto ciò non potrete più farne a meno. Buona lettura!
Suoni che evocano scene di “Paura e delirio a Las Vegas “ in ambientazioni apocalittiche e distopiche alla “Blade Runner” mi balenano nella mente ascoltando la vostra “OK OK OK”. quanto ci può essere di vero in questa affermazione?
Sono delle ambientazioni che si accostano bene al nostro singolo ma mi permetto di farti altri esempi calzanti (la lista potrebbe essere lunghissima ma mi limiterò): “Taxi driver”, “Un giorno di ordinaria follia”, “Shutter island”, “Old Boy”. Ti ho citato film dove viene rappresentata una perdita del controllo causata da un malessere mentale più che da sostanze stupefacenti e “Ok Ok Ok” è stata concepita così.
Rimaniamo sul cinematografico: di qualche regista vi piacerebbe “musicare” un film? Fateci dei nomi!
Ce ne sono tantissimi, te ne diciamo tre: Aronofsky, Sorrentino e ovviamente Tarantino. Immaginati il riff di “Ok Ok Ok” nella scena di “Pulp fiction” quando Vincent Vega cerca di rianimare Mia Wallace in overdose, sarebbe meraviglioso.
Ognuno interpreta sempre un po’ come vuole, qual’è la vostra interpretazione del vostro brano?
“Ok ok ok” è un mantra per non perdere il controllo o semplicemente un modo per accettare la perdita del controllo. Spesso la noia è la causa di ansie e paranoie; dovremmo riuscire a convivere con essa senza farci travolgere da queste emozioni negative. “…se abbracci la tua noia.”
Una volta un ragazzo mi ha dato il suo biglietto da visita: era semplicemente composto di nome numero e mansioni, era un tutto fare di quelli veri, di quelli con il piglio giusto e la voglia di fare, le sue mansioni erano: traslocatore, imbianchino, insegna umana e musicista. Perché voi non ci date il vostro di biglietto da visita!? (ah, Quel ragazzo oggi è Robert Plant credeteci o meno).
Il nostro biglietto da visita potrebbe essere fatto della carta più pesante in commercio che mantiene una temperatura di 50 gradi con la scritta del nostro nome in rilievo che prende l’intera superficie del biglietto con un piccolo asterisco in basso a destra che riporta al retro dove c’è scritto:
SUCA
Rock Sbilenco, pettinatori di pubblico, musicisti.
Parlando di musica invece, per voi che siete band quanto è importante sperimentare insieme e coniugare la versione studio alla resa live?
Sì, è assolutamente importante.
Siamo una band che vuole suonare e che trova la sua dimensione ideale sul palco, i nostri brani nascono e crescono in sala prove con gli strumenti in mano.
In studio cerchiamo di mantenere questo mood per questo registriamo sempre in presa diretta (chitarra, basso e batteria). Dal vivo cerchiamo di suonare le canzoni nel miglior modo possibile restando fedeli alla versione studio ma ci piace sorprendere il pubblico con chicche che facciamo solo nelle versioni live.
Il futuro è incerto e la fine è sempre vicina, diceva Jim Morrison, nel vostro futuro c’è qualche certezza? qualche progetto o qualche live magari?
Jim ha sempre ragione, nonostante il futuro sia incerto e la fine sempre vicina ci saranno dei nostri live fra qualche mese in giro per lo stivale. Usciranno nuovi brani? Molto probabilmente sì. State accorti che Il Bar Ponderoso è tornato.