
1. Ciao ragazzi, presentatevi al nostro pubblico.
Ciao! Siamo il Capobranco, una band di Padova formata da Alex (voce e chitarra), Valerio (basso e voce) ed Enrico (batteria). La nostra musica è stata etichettata in tanti modi: alternative rock, indie rock, funk rock, garage rock… magari dipende dal singolo brano o dal disco preso in considerazione, ma come si vede c’è una parola ricorrente: semplicemente rock.
2. CAPOBRANCO, come, quando e perché?!
Il Capobranco nasce ufficialmente nel 2012, ma la sua storia risale a molto prima: tutti e tre infatti suonavamo già insieme in un gruppo, “The Vintage”, attivo negli anni 2000. La formazione però era diversa, c’era un cantante solista e Alex era un “semplice” chitarrista. La band si sciolse nel 2009, ma noi tre non abbiamo mai perso il piacere di suonare insieme. Dopo esserci divertiti un po’ a sperimentare la formula del trio con Alex alla voce in un tributo a Jimi Hendrix abbiamo deciso di tornare a scrivere e proporre la nostra musica.
3. Che significato si cela dietro al vostro nome, chi è il vostro branco?!
Siamo tutti appassionati di cani. Nel periodo in cui eravamo in cerca di un nome per il progetto un giorno eravamo a casa di Valerio e lui si mise ad urlare al cane “chi è il Capobranco?!” e così ci è venuta l’ispirazione. Può sembrare un po’ aggressivo, ma in realtà alla base c’è molta autoironia. Non pretendiamo di essere la guida di nessuno, anche se dato il nome è inevitabile che a volte venga scherzosamente definito “branco” il nostro pubblico.
4.”Fuori Dal Tempo” è il vostro nuovo singolo, ce ne volete parlare?!
Musicalmente “Fuori dal Tempo” rappresenta il lato più orecchiabile del Capobranco, mentre il testo parte da questa riflessione: capita di guardarsi alle spalle e vedere che gli anni letteralmente volano, lasciandoci poco o niente perché poco o niente è quello che di importante abbiamo fatto per noi o per gli altri.
“Fuori dal Tempo” è quindi una dichiarazione di guerra all’abitudine, sulla quale tendiamo ad adagiarci e che spesso finisce per assopirci. Il tempo però non smette di scorrere e la vita ci scivola tra le dita senza che ce ne accorgiamo. Questo letargo inizialmente ci attrae in quanto apparentemente rassicurante, ma se non stiamo attenti ci addormenta in un sonno senza sogni.
Il tempo non si può fermare, ma dobbiamo continuamente cercare dentro di noi l’entusiasmo per non smettere di inseguire e realizzare i propri desideri.
Il videoclip lo abbiamo girato a fine ottobre sui Colli Euganei. In questo caldo e soleggiato autunno, proprio per quel weekend era prevista una pioggia torrenziale. Non potendoci permettere di rinviare e non volendo cambiare location non ci è rimasto che attrezzarci in fretta e furia per effettuare riprese anche sotto la pioggia, ma alla fine non ha piovuto. Inizialmente innervositi dai disagi che la pioggia avrebbe comportato, avevamo invece finito per sperarci, perché la trovavamo una cosa molto scenografica! Tutto sommato però, vedendo il risultato, siamo contenti di com’è andata perché quella giornata grigia ed eterea si è rivelata l’ideale per rappresentare una sensazione di sospensione nello spazio e nel tempo che si abbina perfettamente alla canzone.
5. Dopo “Fuori Dal Tempo” cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro progetto?!
Sicuramente pubblicheremo il video di almeno un altro singolo dal nostro nuovo album. Stavolta cercheremo di realizzare qualcosa di più studiato e strutturato, avendo più tempo a disposizione. A dire la verità ci piacerebbe pubblicare altri due singoli, per avere l’opportunità di dare spazio anche a qualche brano che, pur essendo magari meno immediato, ci rappresenti al meglio a livello stilistico e musicale.
6. Abbiamo visto che il 25 ci sarà una data molto importante, in occasione del lancio del vostro nuovo disco, ci volete parlare di questo vostro ultimo lavoro?!
Siamo molto ansiosi per questa data, che si terrà all’Hall di Padova, perché sarà il lancio di un progetto in cui abbiamo investito molto tempo ed energie!
Il titolo del nuovo disco, che sarà pubblicato da Jetglow Recordings, è “In dipendenza”. Si tratta di un gioco di parole abbastanza semplice, che vuole rispecchiare l’innato conflitto tra l’umana tendenza a diventare schiavi di qualcosa o di qualcuno e la ricerca di una spesso utopistica liberazione. Diversi brani nell’album affrontano questo argomento, che viene ripreso anche nella copertina. A livello di testi possiamo dire di aver messo un po’ da parte l’ironia e lo scanzonato sarcasmo che hanno caratterizzato i primi due dischi per dedicarci a tematiche un po’ più personali e intimistiche.
Per le registrazioni e il mix dell’album abbiamo scelto di affidarci a Steve Albini, con cui abbiamo lavorato nel suo Electrical Audio studio di Chicago. Albini è una vera e propria leggenda vivente nel mondo del rock e ha collaborato in passato con alcuni dei nostri artisti preferiti, tra cui Pixies e Nirvana.
Anche se si può pensare, non è stata una decisione pubblicitaria, nonostante il nome di Albini sia sicuramente molto evocativo per i suoi ammiratori. Abbiamo scelto di lavorare con lui, oltre che per la sua esperienza, soprattutto per il suo stile di registrazione, che prevede che la band suoni insieme i brani dall’inizio alla fine, come in un concerto. Crediamo che questo sia il modo migliore di catturare il groove e l’alchimia di un gruppo, specialmente tra musicisti affiatati e che si conoscono da molto tempo come noi. Inoltre tutte le lavorazioni, incluso il mastering realizzato in California, sono state effettuate in analogico per preservare la naturalezza delle sonorità. Niente chirurgia estetica con copia/incolla e autotune, in questo disco ci presentiamo completamente al naturale!
7. Fatevi una domanda che avreste voluto ricevere dai noi e rispondetevi.
“Chi ve lo fa fare di suonare rock nel 2019? Datevi all’indie!”
No! Il rock è quello che ci piace, che sappiamo suonare e poi crediamo che la moda, come la storia, sia ciclica. Il rock tornerà di moda… e comunque non siamo capaci di fare indie! Almeno non nell’accezione odierna del termine, dato che il significato di indie cambia periodicamente da almeno 30 anni.
Grazie per il tempo che ci avete dedicato, alla prossima.
Grazie a voi e a presto!
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