Gli Still in Time sono cinque ex ragazzi cresciuti negli anni ‘70 a pane e LP. Nel 2022 hanno pubblicato il loro primo album dal titolo omonimo STILL IN TIME, composto esclusivamente da pezzi inediti in inglese, le cui sonorità sono ispirate ad artisti del rock inglese di 50 anni fa. Successivamente pubblicano il primo singolo in italiano “PATTY”, brano che affronta il tema della disabilità, e grazie ad esso è nata una collaborazione con associazioni di volontariato del settore, al fine di raccogliere fondi per contribuire a dare sostegno alle persone in difficoltà.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare il gruppo in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Nonno Ferri Blues”.
Come vi siete conosciuti e quando siete diventati una band?
Il nucleo storico della band è composto da Silvano, alla batteria e Giovanni, alla chitarra: loro sono compagni d’infanzia, e suonano insieme sino dagli anni ’80. Poi, in tempi più recenti, si sono aggiunti Filippo, alla seconda chitarra, e Gianni al basso, entrambi reclutati nel giro dei musicisti dilettanti dell’area fiorentina. Infine, nel 2020, è arrivato Alessandro alla voce, e la formazione si è completata dando vita agli Still in Time.
Come gestite le dinamiche della band? Tra di voi ci sono momenti di tensione oppure andate sempre d’accordo?
Tieni presente che siamo tutti quanti impegnati ciascuno con il proprio lavoro, e che per noi la musica è una passione e una valvola di sfogo, non un impegno fisso con cui sbarcare il lunario. Questo fa sì che il nostro approccio alla vita del gruppo sia molto tranquillo: certo, come in tutte le relazioni interpersonali abbiamo anche noi i nostri piccoli screzi, ma fino ad ora non c’è mai stato nulla di significativo
Qual è il significato del vostro nuovo singolo?
Nonno Ferri era il nonno di Alessandro, ed era un musicista dilettante come noi, visto che suonava i piatti nella banda del suo paese. Tieni presente che Ale è entrato nel gruppo con il compito di scrivere i testi per le musiche che erano già state composte; una volta sentito il blues, la melodia del pezzo gli ha fatto subito tornare in mente una canzoncina che suo nonno gli cantava da bambino, canzone a cui ne seguivano immancabilmente altre due; è stato quindi spontaneo tradurre quelle strofe in inglese, aggiustandole per farne quadrare la metrica, e così ha preso vita il “Nonno Ferri Blues”.
Quanto è stato difficile definire il sound giusto?
Non è stato particolarmente difficile, visto che tutti e cinque abbiamo sostanzialmente gli stessi gusti musicali. Comunque, in questo ci ha dato una grossa mano il nostro amico produttore Massimo, che ha curato il mixaggio finale delle canzoni che abbiamo pubblicato nel nostro album.
Progetti futuri della band?
Compatibilmente con il tempo che riusciamo a dedicare alla nostra passione, abbiamo in vista qualche nuovo brano da pubblicare; e ci stiamo dedicando con grande piacere ad aiutare qualche associazione di volontariato della nostra zona, organizzando insieme a loro concerti per raccolta fondi. Uniamo così l’utile al dilettevole, con nostra grande soddisfazione.