Crescono le proteste da parte di gestori ed operatori dello spettacolo rispetto alle problematiche emerse dopo la cessazione della convenzione tra SIAE e Soundreef che ha comportato il raddoppio degli adempimenti e dei costi del diritto d’autore in capo a chi organizza un evento musicale.
Gestori ignari continuano a ricevere raccomandate e pec dalla società LEA con richieste di pagamento per il presunto utilizzo di brani tutelati da Soundreef.
Ma facciamo un passo indietro e spieghiamo di cosa si tratta:
Chi è “SOUNDREEF”?
Soundreef è una collecting che gestisce e ripartisce il diritto d’autore per conto di artisti ed editori. Esemplificando ha gli stessi compiti di SIAE.
Chi è “LEA”?
LEA è l’Associazione Liberi Editori Autori a cui Soundreef ha assegnato l’intermediazione dei diritti dei suoi iscritti sul territorio italiano. Quindi LEA si occupa di
– Rilasciare licenza in Italia per l’utilizzo dei brani del repertorio Soundreef durante pubbliche esecuzioni
– Riscuotere e ripartire i diritti
Quando è necessario richiedere e pagare il permesso LEA?Il permesso LEA deve essere richiesto dal gestore/organizzatore per tutti gli eventi con musica dal vivo o tramite strumento meccanico durante i quali viene utilizzato il repertorio amministrato da Soundreef.
Se l’artista esegue sia brani tutelati da SIAE che da SOUNDREEF?
Fino allo scorso 1 luglio 2022 il gestore/organizzatore richiedeva il permesso SIAE e quest’ultima si occupava della ripartirzione dei compensi con Soundreef in base ai brani riportati nel borderò. Dal 1 luglio 2022 è cessata la convenzione tra le due collecting ed ora il gestore/organizzatore deve richiedere entrambi i permessi. Il costo del diritto d’autore per l’evento dovrebbe essere il medesimo per l’organizzatore/gestore e dovrebbe essere ripartito tra le due società in bas\e ai brani eseguiti facenti parte del repertorio dell’una piuttosto che dell’altra collecting, tuttavia, ci viene segnalato che il costo che viene richiesto dalle due società è il doppio, richiedendo ciascuna l’intero, salvo che l’organizzatore non sappia a priori i brani che gli artisti eseguiranno.
Come si fa a sapere se l’artista che si esibirà eseguirà brani tutelati da SIAE o da Soundreef o da entrambe?
Problema: salvo che l’artista non esegua musica propria tutelata solo da una delle due collecting è difficilissimo sapere a priori se un brano è tutelato per intero o in parte da tale collecting perché tra gli autori di ogni singolo pezzo potrebbero essercene alcuni iscritti a Siae e altri a Soundreef, così ome per gli editori.
A questo si aggiunge la circostanza che nel sistema di catalogazione LEA/Soundreef sono annoverati parecchi titoli di brani famosi (“Albachiara”, “Il cielo in una stanza”, “Certe Notti”, solo per fare alcuni esempi eclatanti) che hanno titoli omonimi alle hit che tutti conosciamo ma che con esse non c’entrano nulla, ingenerando ulteriore confusione.
Il protrarsi di tale situazione sta creando difficoltà significative a tutta la filiera:
– i gestori/organizzatori si trovano a dover pagare cifre insostenibili e spesso non dovute, inducendo le realtà più piccole a rinunciare alla programmazione o peggio a rischiare sanzioni restando nel limbo applicativo dell’attuale situazione;
– gli artisti sovente si vedono richiedere di autocertificare che non eseguiranno brani tutelati da una o l’altra collecting pur non essendo nelle condizioni di poterlo attestare con certezza
– gli autori, nella vigenza di questa confusione, rischiano di perdere i dovuti compensi per l’esecuzione delle loro opere.
“La situazione sta diventando insostenibile” dichiara Giuliano Biasin amministratore di Esibirsi soc. coop, cooperativa di artisti che rappresenta 6500 artisti in tutta Italia, “si va a colpire un settore che già è uscito gravemente indebolito dal periodo pandemico e dai successivi rincari di luce e gas. Questo nuovo problema sta creando molta confusione e portando molti locali a decidere di sospendere l’attività live e di dj set. Per questo serve un intervento da parte delle istituzioni che porti ad un permesso unico con la compilazione di un unico programma musicale e con un ente preposto alle ripartizioni tra le varie collecting operanti.”
“È necessaria maggiore chiarezza, trasparenza e semplificazione nella gestione dei repertori per consentire il buon andamento del mercato dell’intermediazione dei diritti d’autore e consentire ai titolari degli stessi di poter ricevere i compensi spettanti loro per legge” dichiara l’Avv. Claudia Barcellona, avvocato specializzato nel settore spettacolo “Gli organizzatori di eventi e utilizzatori dei repertori devono essere messi in grado di poter operare serenamente avendo previa certezza dei cataloghi gestiti dalle due società, della procedura da compiere e del costo da sostenere, che certamente non deve essere il doppio rispetto a quando era in vigore l’accordo fra Siae e Soundreef.”