Francesco Andaloro racconta La mia libertà: “Il vero amore nasce spesso quando una storia finisce”

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Francesco Andaloro ci racconta nella nostra intervista La mia libertà, singolo contenuto nel nuovo progetto Daccapo con cui torna a fare musica dopo diversi anni

La mia libertà è il nuovo singolo del cantautore messinese Francesco Andaloro, una storia d’amore che seppur finita si riaffaccia come un ombra che ti tiene compagnia ma che tu non puoi più toccare. Quando pensi sia passato torna tutto qui, come ti parla una fotografia. Inizia così il pezzo, il terzo del suo nuovo progetto musicale dal nome Daccapo. Quando stai bene con qualcuno quella può essere la tua vera libertà rispetto alla prigione della solitudine e questo lo si nota soprattutto quando una storia finisce, con il conseguente vuoto lasciato da colmare, perché a mancare è proprio il senso di condivisione con qualcuno con cui si provano gli stessi impeti.

Francesco Andaloro

Francesco Andaloro

Ciao Francesco, di cosa parla La mia libertà?

La Mia Libertà racconta di una storia che seppur finita continua ancora a vivere in una assenza che nella mancanza è diventata essenza. È una canzone che nasce dall’idea che il vero amore nasce spesso quando una storia finisce accorgendotene proprio per il vuoto che quella storia ti ha lasciato dopo, dentro.
L’arrangiamento ha avuto una lunga gestazione, come mai?
L’arrangiatore è come un sarto il cui compito è quello di scegliere l’abito adatto per chi lo deve indossare. Non è solo una questione di misure. L’empatia è alla base di ogni collaborazione e se non si conoscono le emozioni, lo stile, il linguaggio di chi ti affida la sua propria intimità allora l’arrangiamento può stravolgerti con un vento contrario, la tua canzone. Questo è successo con La Mia Libertà che a un certo punto quando la provavo in studio non la sentivo più come una mia creazione pensando fosse solo un problema di struttura. E così mi sono rimesso a lavoro con
dei nuovi collaboratori che non ho mai considerato migliori ma più adatti al progetto. Ecco l’arrangiamento è un amplificatore, deve allargare l’idea che tu dai.
Terzo singolo del tuo progetto Daccapo, raccontacelo a tutto tondo
Il progetto Daccapo non è una raccolta di canzoni già scritte ma un divenire di storie che si formano nel tempo. Secondo me c’è tanta somiglianza tra il viaggio della vita e quello che si fa con chi scrive canzoni e Daccapo vuole proprio avere questa impronta. Infatti “Proemio” che è l’introduzione al progetto rappresenta la preparazione al viaggio all’interno di una stanza. Poi è iniziato il cammino incontro alle prime storie e il primo incontro che ognuno di noi secondo me deve fare è quello con se stessi e da qui è nata Per Un’Altra Canzone Mia, ritrovarsi lì dove
otto anni mi ero perso. La Mia Libertà rappresenta la terza storia e a settembre si spera ci possa essere il quarto racconto.
Come è scoccata la scintilla per tornare a pubblicare musica dopo tanti anni?
La stessa scintilla che mi ha portato a scrivere la mia prima canzone a 17 anni. Ancora oggi se mi dovessero chiedere com’è nato questo straordinario viaggio non riuscirei a dare una risposta ma di una cosa sono certo: quando le cose le fai con passione quelle non muoiono mai. Possono perdere l’orientamento, smarrirsi ma mai dissolversi. Lo stesso bisogno che mi ha plasmato a 17 anni è tornato con la sua stessa brama dopo otto anni dalla mia ultima canzone. Poi dipende anche molto dai propositi che uno ha. Io ad esempio non ho mai inseguito un successo ma un
succedere incessante di un fluido che ha foggiato una identità, la mia, togliendomi dall’invisibilità del mondo.
Pareri sulla scena musicale della tua regione, la Sicilia 
Io penso che la musica in generale da qualsiasi parte stia vivendo una sorta di  inverno dove la gente ha una scarsa disciplina all’ascolto. Colpa soprattutto della comparsa alla tv di format musicali e di un progresso tecnologico dosato  malamente. Questo ha dato una facoltà ingiusta a tutti quelli che si credono di  sapere scrivere, cantare o suonare; oltre all’invenzione di mestieri poco definibili. Secondo me tutto questo ha posto una lente deformante che ne ha smorto la  lettura. Ecco perché ho pensato ad un progetto per certi versi rivoluzionario, per dare più fiato alle canzoni che ormai vivono delle stagioni molto brevi. Raccontare degli aneddoti, dove nascono, come. Le difficoltà, i timori, gli stimoli, il trasporto. Coinvolgere le persone che iniziano ogni viaggio assieme a me accompagnandomi attraverso una immagine, un video, fino alla pubblicazione del brano.