C’è un piglio squisitamente rock anni Novanta nel pop di Digiovanni, che trova le giuste sonorità per ritrovare sé stesso in un singolo decisamente ottimo per scrittura e sound, e in un esordio che fa davvero ben sperare sul futuro: “In piedi sopra il mare” è l’urlo liberatorio di un cantautore che riesce a mescolare bene le parti e a trarne un buon viatico per il futuro.
Il brano si regge sull’impostazione rimtica ossessiva e caratteristica di una batteria davvero ben pensata, capace di fornire all’impalcatura del tutto il groove necessario a reggere il peso di una scrittura evocativa e particolare, priva di una vera e propria “forma canzone” ma piuttosto ben decisa a seguire il climax ascendente di un mantra che esplode proprio sul finale. La scelta dell’orchestrazione è funzionale a rendere l’effetto “ossessivo” e ripetitivamente ipnotico di una canzone che, alla fine, assomiglia ad una vera e propria preghiera laica.
Un ottimo inizio, dal retrogusto esistenziale e nostalgico che conferma la qualità di un progetto da tenere d’occhio. Aspettiamo, a questo punto, presto novità.