Scritto da Angela Mingoni
Da molto eravamo in trepidante attesa per la nuova edizione del CXG.
Memori dello scorso anno, ci sentivamo emozionati all’idea di poter prendere parte ad un evento così importante dove si da spazio alle realtà musicali grandi o piccole che siano.
Addirittura quest’anno gli orizzonti sono esplosi; non solo Trieste, ma anche Genova e Gorizia all’appello.
Dunque facciamo ordine; sono le 11.30 di Sabato 12 Aprile, Guido ed io arriviamo baldanzosi al Teatro Miela.
Per primi incontriamo gli organizzatori, Guidalberto ed Elisabetta con Michael con Irene e con Franco, che sono già riuniti da un bel po’, ma le porte sono chiuse per cui tocca aspettare.
Mentre dentro fervono gli ultimi preparativi per l’allestimento del palco, fuori si è ancora più in ansia, una sola macchina per trasportare milioni di attrezzature ma soprattutto per recuperare la cosa più importante: la birra.
Per ingannare il tempo ci mangiamo un panino gigante ed intanto il cantante degli Welcome Coffee ed il fratello Emanuele, ci tengono compagnia.
Sono due ragazzi davvero divertenti ed a noi fa piacere scambiare quattro chiacchiere con loro. Si fanno il mazzo, ma talmente mazzo che arrivano la mattina per dare una mano e sistemare tutto anche se il gruppo di cui Alessandro è il cantante, si esibirà appena alle 21.
Le porte finalmente si aprono ed entrare in teatro ci da una strana emozione, è già passato un anno dalla prima volta che ci è stata data l’occasione di sentirci parte di qualcosa di grande e siamo felici. Ormai sappiamo come muoverci e dopo i primi secondi di coordinamento con Antonio, che è il super fonico tutto fare dal sangue più che freddo, saliamo ai piani alti e ci appropriamo della nostra postazione.
Come nella migliore della tradizioni quando sei convinto di aver portato tutto, manca sempre qualcosa; questa volta abbiamo scordato un cavo ma il fattaccio si risolve in fretta e dopo poco siamo super pronti.
Mentre girovaghiamo tra backstage ed infiniti corridoi sul palco cominciano ad alternarsi le varie band, perché bisogna fare il sound check ed il tempo è poco.
Ore 16 finalmente è il momento:sul palco salgono gli Spero Promitto Iuro che portano all’istante una scarica di metal che sveglia il pubblico e riunisce un discreto numero di sostenitori proprio sotto il palco. Questo anno la situazione appare ai nostri occhi molto diversa. Già dal pomeriggio in molti sono disposti ad abbandonare la timidezza per sostenere i gruppi sulla scena mentre nel back stage, se nel 2013 tutto era caotico, ora i ragazzi sono disciplinati e calmi. Sembra surreale ma forse è così che deve veramente andare.
Dopo una ventina di minuti arriva il turno di Edgar Meis, un giovanotto che si presenta con la sua chitarra e ha il fegato di stare lì da solo con i suoi pezzi e la sua voce, solitario affronta il pubblico, sprezzante del pericolo sforna le sue melodie e conquista per la sua limpidezza.
E poi ancora i Baby Gelido progetto sperimentale eccentrico ed impegnativo da comprendere fino in fondo, i LOULOU and her DEMONS dove la cantante così minuta ha una voce che non capiamo bene da dove la tiri fuori però è una meraviglia, si presenta con i suoi demoni vestendo un profetico ed al contempo delizioso vestito rosso.
Eccoli lì i VINOLIA, con quel batterista uscito dagli anni ’80 attentissimo e coordinatissimo, il cantante con la camicia arancio che si porta appresso una voce stridente ed alquanto affascinante ed il chitarrista che completa in modo egregio il terzetto.
Samuel, carissimo Samuel, se non ci fossi tu ti dovremmo inventare, perché non hai paura di nulla e sei incosciente. Gli Psico Fee, sono caotici, folli ed indisciplinati, praticamente perfetti.
Quando salgono sul palco i Vidiam non sappiamo bene cosa pensare: ma a volte ragionare diventa superfluo, per cui decidiamo di ascoltare e di lasciarci trasportare da un genere che non sarà certo nelle nostre corde ma che riusciamo comunque ad apprezzare per merito loro.
Altra rivelazione sono i Bolero Extasy, che rimangono per certo uno dei gruppi che ricorderemo più a lungo, grazie al loro sound accattivante e psichedelico.
Ultimi ma non ultimi gli Hover: spavaldi ma efficaci.
Ore 20: la prima parte della giornata è scorsa veloce e senza intoppi. Un po’ di relax accompagnato dal dj set di Wandervogel e da un paio di spritz che fanno sempre piacere.
Un’ora passa troppo in fretta ed in seguito ad un intenso momento di socializzazione torniamo ai nostri posti e senza indugi si parte con la diretta serale.
Forse non tutti sanno che i triestini non sono famosi per la loquacità e per l’entusiasmo; per cui vedere quanto fossero invece attenti al nuovo e quanto sostenessero anche i gruppi, chiamiamoli esterni, ci ha riempito il cuore di tenerezza ed orgoglio, soprattutto se pensiamo che una delle band ha scoperto l’evento seguendo Radio Tweet Italia. Sì,accusatemi di pubblicità occulta.
Ore 21, quindi Welcome Coffee. Contrariamente a Guido che è un grande viveur, per me era la prima occasione per poter ascoltare questi triestinazzi che in tutta onestà mi hanno sorpresa. Non che pensassi non fossero bravi, ma così pieni di talento e di coraggio davvero no. Nel senso che se senti il vero bisogno di sperimentare qualcosa di diverso, devi ascoltarli. Un’ora di esibizione mai calante e sempre crescente con la voce singolare del “famoso” Alessandro che sa come valorizzare le proprie doti e quelle degli altri sono comunque palesi, dato il risultato.
Ammettiamolo, eravamo un tantino in ansia al pensiero del primo gruppo esterno. Perché forse non sarebbero stati apprezzati, perché forse non avrebbero ricevuto l’accoglienza che invece meritano.
Beh tutte ‘ste paranoie potevamo pure evitarcele: la risposta del pubblico è stata calda e vivissima.
C’è da dire che non poteva essere altrimenti, il leader degli AUDIOgraffiti sa molto bene come coinvolgere l’ascoltatore e come convincerlo a lasciarsi andare. Con Leave me Alone non poteva non esplodere il consenso.
Il turno degli Insanity Fair arriva troppo in fretta. Ammettiamo candidamente l’ignoranza nell’affermare che non li conoscevamo affatto. Che pecca incredibile, ancora mi chiedo come abbiamo fatto senza di loro.
Sound accattivante, un bassista super tosto, una cantante dai capelli rossi con una voce intensa e cruda come poche ne trovi in giro ed una armonia tra i musicisti e gli strumenti impeccabile.
Adesso che tutto si è concluso siamo stanchi, non abbiamo fatto poi molto a pensarci bene ma la tensione della giornata inizia piano piano a scendere.
Ci mettiamo circa mezz’ora ad uscire dal teatro, perché ci teniamo a salutare tutti. Vogliamo ringraziare chi ha creduto da subito in noi.
Sembra sempre di stare in una grande famiglia che ci ha accolti senza troppe domande, che ci fa sempre sentire parte di essa e per questo noi ringraziamo tutti col cuore in mano.
Ci vediamo al prossimo CXG.
Ringraziamo inoltre:
– l’Associazione Musicale Jambo Gabri per l’immenso lavoro svolto e perché offre opportunità incredibili ai giovani talenti
– I ragazzi di Impatto Visivo che realizzano sempre lavori impeccabili e che sono pure molto simpatici