Oramai i Love Ghost sfornano nuove ed interessantissime canzoni a cadenza di circa 20 giorni….e che si siano mossi su una linea “riflessiva” è chiaro a tutti: a partire da Shine Like Gold, passando per Clouds, per King of loneliness e altri pezzi, si nota una notevole introspezione da parte di questa band.
Sicuramente i nostri, ovvero Finnegan Bell (voce, chitarra), Ryan Stevens (basso, cori), Daniel Alcala (chitarra, cori), e Cory Batcher (tastiere,cori) hanno raggiunto la maturità artistica e già da tempo. American Songwriter e Flaunt hanno parlato degli ultimi pezzi della band e c’è stata perfino una pubblicazione apparsa su Rolling Stone.
Attualmente i nostri contano milioni di ascolti e visualizzazioni sulle piattaforme di streaming audio e video, prima della pandemia hanno suonato tra gli States, il Giappone e l’Equador, e, singoli dopo singoli, hanno “superato” loro stessi. Con questo nuovo brano, Can’t stop, appena uscito sulle migliori piattaforme di audio-streaming, la riflessione investe la sfera esistenziale dell’uomo, e torna la trap, torna il massiccio uso dell’elettronica. Ma andiamo con ordine…
Nel segno di una tra le maggiori tematiche di discussione attuali, ben espressa anche dal film Titane, vincitore del festival di Cannes, in questo brano i nostri affrontano il rapporto tra l’uomo e la macchina. Si sa che i social media, la navigazione in internet ed i telefoni cellulari in generale hanno oramai preso il controllo delle nostre menti. Ciò lo sa bene Finnegan Bell, che nel brano afferma di “non riuscire a smettere” alla ricerca di un “significato” di tutto ciò. Can’t stop è quindi la narrazione di una battaglia, che accade realmente nella mente del frontman della band.
Si sa che ultimamente le canzoni della band rispecchiano stati d’animo reali, conseguenza anche del periodo storico che stiamo vivendo. La scelta di duettare con Mabiland, cantante colombiana, non è casuale: da una parte ritornano gli elementi trap, dall’altra l’uso della lingua spagnola, offre la possibilità di lanciare un messaggio universale nelle due lingue più diffuse nel mondo occidentale.
E se dobbiamo affrontare la macchina, quale mezzo migliore della sua emulazione? Can’t stop è macchinosa, elettronica, l’uso dell’auto-tune crea risultati splendenti. In oltre tre minuti, suoni digitali e chitarra molto hard rock (che si muove su alcuni riff che ricordano alcuni fraseggi di Eddie Van Halen) accompagnano la voce del frontman. Verso la fine del brano c’è una parte rap in lingua spagnola, con la voce di Mabiland. Ma c’è qualcosa in più… la band ci ha abituato ai ritornelli esplosivi, spesso dal sapore Nu Metal, ma Can’t stop mantiene sempre un andamento moderno, che svela una tensione continua.
La maturità artistica della band si esprime, in questo singolo, con uno sguardo sul presente inquietante. Da giovani filosofi rock i nostri offrono uno spaccato sul mondo contemporaneo, attraverso la grande musica, come sempre.
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