Brividi a fior di pelle nel The Darkest Hour di The Shiver

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Scritto da Aaron Gonzalez

 
Tutto questo mi porta indietro negli anni della post adolescenza.
Per una volta, nome del gruppo e titolo dell’album non mi hanno ingannato!
L’unico dispiacere è arrivare a conoscere la band The Shiver solo ora, con un sacco di gruppi simili nella testa.
Potrei scegliere decine di esempi d’oltre oceano per far capire subito come suonano, ma il caso vuole che in Italia ci siano dei rappresentati, i Lacuna Coil, con i quali temo debbano condividere il destino.

Le sonorità in The Darkest Hour sono mature, ben indirizzate sul percorso che vogliono fare ed incoronano una bella voce femminile che senza la spinta musicale, diventerebbe una delle tante meteore italiane, visto che nel nostro paese, escludendo qualche sparuto esempio, la voce femminile, porta solo al pop radiofonico, o a Gianna Nannini.
La voce è l’elemento su cui mi concentro maggiormente perché è davvero l’ago della bilancia, nonostante le divagazioni ambient, sul mercato è pieno di prodotti simili con un frontman maschile e finiscono col mescolarsi tutti.

Nonostante i The Shiver non portino nulla di nuovo sulla piazza, è sempre bello quando l’ingresso di una donna non trascina il tutto al symphonic metal.
I toni sono addolciti, certo, ma solo fino a rendere gradevole il genere anche ad orecchie che normalmente ascoltano altri generi.
Morale della favola: se vi sono piaciuti gli Evanescence, “i Brivido” vi faranno impazzire, anche perchè sono italiani!

PS: solo per la bonus track acustica a fine album, vale la pena farci un pensierino!

 

 

 

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