Battista – La fogna del comportamento… l’intervista

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Battista – La fogna del comportamento (Orangle/Universal)

 

Ascolta l’album LA FOGNA DEL COMPORTAMENTO di BATTISTA su #SoundCloud

https://soundcloud.app.goo.gl/zm6D1

 

 

La fogna del comportamento (in inglese, behavioral sink), è un’espressione coniata dall’etologo statunitense John Bumpass Calhoun, usata per denotare il collasso di una società a causa di anomalie comportamentali provocate dal sovraffollamento, pur in un ambiente in cui la comunità è tenuta al riparo da avversità atmosferiche o da predatori e si vede garantita abbondanza illimitata di risorse, come cibo e acqua, e pertanto non si trova in una situazione di sovrappopolazione in senso “malthusiano” (cioè uno squilibrio tra popolazione e risorse, con quest’ultime insufficienti al fabbisogno della comunità).

La colonna sonora della fogna è punk rumorosissimo, rime simil rap, ritornelli OII, testi politicamente scorretti. Una bomba di disco!

 

 

“Prego che collassi la Società d’Occidente… “ dal brano Bamba

Di fatto è un pieno processo di decomposizione… Non so se stai seguendo l’evoluzione dei BRICS e di quello che chiamano de dollarizzazione, ma se schiatta il dollaro sarà un disastro…

 

Si, la frase è buttata lì come metafora della confusione di un uomo (In questo caso anche occidentale), che sente di non avere il controllo su cosa gli accade intorno, che quasi sceglierebbe la distruzione pur di porre fine a un immenso senso di saturazione.

 

In Coccole scrivi

tutt’a un tratto è bella la guerra

Mi sveglia e da senso alla mia esistenza

E’ una tempesta contro la noia

Pensi che un soldato ucraino o russo la pensi uguale?

 

A volte provo a immaginare cosa può spingere un uomo a fare una guerra. Io non ne ho mai combattute eppure il pensiero mi porta ad affermare che lottare non è innaturale ed in qualche modo la guerra debba esistere per la stessa sopravvivenza dell’umanità.

Può sembrare un ragionamento folle ma in realtà credo sia alquanto sommario se non limitante affermare una visione della vita umana che comprenda un percorso verso qualcosa di migliore (ad esempio un mondo di sola pace o senza sofferenza).

Io penso che la pace come la guerra siano realtà fondanti della vita stessa e senza una di esse andremmo verso l’estinzione.

Il punto è che bisognerebbe valutare i confini delle nostre scelte, cosa poossiamo realmente decidere per noi stessi e cosa per la collettività. Credo che questo campo sia molto risretto.

Mi chiedo spesso se davvero siamo gli artefici delle nostre scelte o siamo tutti parte di una stessa unità e abbiamo solo l’illusione di una scelta.

Penso che ogni soldato (ucraino, russo o chiunque altro) abbia un motivo per ritrovarsi in una guerra. Penso che c’è chi la trova ripugnante e chi vive per essa.

Sono le pedine di uno stesso gioco che contribuiscono alla sopravvivenza dell’umanità.

La guerra bella o brutta che sia, sembra essere un’esigenza dell’uomo ed è stupenda come ogni manifestazione della vita.

 

Bellissimo questo passaggio

“Ora sei la spina al fianco del sistema patriarcale

Una grande quota rosa del partito vaginale”

Me lo spieghi?

 

Amo usare ironia e sarcasmo.

Quel passaggio è un po’ “una presa in giro” a quell’attivismo per partito preso che non vuole vedere le infinite manifestazioni del reale e quindi anche della politica.

Ciò non significa che ripudio l’attivismo però sono riluttante dall’appoggiare posizioni drastiche in campo politico considerandola una scelta giusta dal punto di vista etico.

Ognuno ha una sua etica che (coerente o meno) funziona perchè non esiste un’unica verità. Le verità sono infinite e io trovo più facile prendere scelte e vivere prendendo in considerazione tutto ciò.

Quando prendo una scelta cerco di essere nel maggior modo affine alla mia etiche e al mio modo di vedere le cose ma non mi sentirò mai migliore di qualcun altro. Anche davanti a ciò che non sopporto a pelle.

Cerco di accettare il fatto che sia solo la mia visione, una piccola parte del tutto e il giusto o sbagliato sono concetti relativi. Io ho la mia concezione di giusto e non la ritengo più valida di chi è il mio opposto.

Semplicemente dobbiamo esistere entrambi. Come esistono le altre infinite parti. Se c’è da lottare per le mie idee, lotterò senza la presenzione di ritenermi dalla parte giusta.

 

“Sulla terra forse siamo troppi

Ma c’è sempre posto per i morti

Nella testa pullulano zombie

Il futuro appartiene ai mostri”…. Da La fogna

Qui mi sembra che traduci in canzone la teoria malthusiana e non solo… Ce ne vuoi parlare?

 

Nei miei testi spesso provo a creare con le frasi vari piani di lettura. Queste frasi possono avere un significato se prese tutte insieme e un altro allo stesso tempo se prese una alla volta.

Nel caso dell’intera strofa il significato può essere quello dell’arrivo di una minaccia, ma prese singolarmente le frasi che compongono la strofa stessa possono comunicare altri significati.

“Sulla terra forse siamo troppi” si riferisce al sovraffollamento

“Ma c’è sempre posto per i morti” è la morte che partecipa allo stesso gioco con la vita e garantisce la sopravvivenza umana.

“Nella testa pullulano zombie” può riferirsi a uno stato di confusione sia sociale che sentimentale.

“Il futuro appartiene ai mostri” può significare appunto la minaccia, l’incertezza o la fragilità della vita umana (e nnon solo).

E’ un tipo di scrittura che mi viene da definire “A matrioska”.

 

Nella fogna c’è spazio per musica “consapevole” come la tua?

 

Non saprei definire quanto spazio c’è per la mia musica.

Penso solo che la faccio per esigenza e sono sempre felice di condividerla con le anime che aprono il cuore per accoglierla; che siano una, dieci, cento, infinite o nessuna, non conta.