Alla scoperta degli Atwood

133

Eccoci con gli Atwood per questa nuova intervista. I ragazzi di Milano sono stati decisamente indaffarati nell’ultimo periodo tra X Factor 2022, opening act per Lost, Eyes Set to Kill, Sonohra e vittoria dell’edizione 2022 del Cislianerfest.

Per non farsi mancare nulla, stanno pubblicando online le live session di una serie di video live in studio tratti dal loro EP “Parallel Lines” e pare che qualcos’altro bolle in pentola…

Iniziamo col chiedervi: come è cambiato il vostro modo di fare musica ed il vostro approccio alla musica rispetto agli inizi?
Ci diamo degli obiettivi prima di iniziare a scrivere e cerchiamo di mantenere la linea il più possibile.

Siete più a vostra agio sul palco di XFactor o su quello di un concerto Metal?
Impossibile dirlo – sono due realtà diametralmente opposte e per questo impegnative e bellissime. Sul palco di XFactor l’ansia è tanta a causa di telecamere, giudici, mentre su un palco metal è tanta perché vogliamo sempre dare il meglio di noi e presentare uno show impeccabile.

C’è un solo aggettivo per definire la vostra musica? Se si, perché proprio quello? Coinvolgente! Sia dal punto di vista live, che dal punto di vista emotivo.

Ci raccontate il vostro processo creativo? C’è qualcosa da cui traete maggiormente ispirazione?
Tendenzialmente scriviamo le strumentali e poi lavoriamo a voce e testi per rendere il tutto super armonioso e coeso. Ci piace prendere ispirazione da elementi di ogni genere e artista che crediamo possano dare una marcia in più al brano – non ci poniamo mai limiti della serie “questo non va bene perché è troppo blues”. Nel dubbio proviamo, ascoltiamo, e poi decidiamo se ci piace.

Interessante questo vostro progetto di pubblicare le live session di tutti brani del vostro Ep Parallel Lines. Avete iniziato con “Better Now”. I pezzi dell’Ep sono 6 però, e voi avete annunciato 7 nuovi video. C’è una sorpresa?
Una sorpresa c’è – e proprio per questo, acqua in bocca per ora!