ALAN presentano NERO
Canti di ribellione, di denuncia, di lucida consapevolezza: è il cantautorato maturo del duo post alternative anni ’90.
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È la presa di coscienza dell’essere giovani adulti oggi e voler scrivere e cantare temi intimi e universali che riguardano il quotidiano di tutti, il leitmotiv che tiene insieme i quattro brani di NERO, il primo EP degli ALAN, il duo composto da Alex Malaguti, voce, e Andrea Chirico, chitarra e arrangiamenti.
E la scelta di scrivere in italiano è la risposta chiara, diretta, inequivocabile, alla necessità urgente di tornare ad una certa forma di cantautorato, in disuso negli ultimi anni in Italia. Quel cantautorato che canta situazioni pratiche e emotive, che tratta temi esistenzialisti, che non ha paura di gridare tutto quello che non va, per poi provare – allo stesso tempo – ad indicare la strada per cambiare le cose.
Dall’incontro con la parte più oscura che fa parte di ciascuno di noi in NERO (il singolo che dà il nome all’EP), alla rabbia e al dolore anche fisico nell’inedito L’AMORE NON FA MAI SOFFRIRE; dalla denuncia critica delle difficoltà profonde del vivere quotidiano oggi in TEMPI BUI (il singolo uscito a maggio 2021, remixato per l’occasione), all’egoismo e alla voglia di avere ragione a tutti i costi che guida l’essere umano nelle relazioni sociali in NON IMPARIAMO MAI.
Arrangiamenti rock che guardano ad un passato glorioso, sound di chiara ispirazione anni ’90, ritmo incalzante: per gli ALAN fare musica significa schierarsi, non avere paura di dire quello che si pensa, provare a sovvertire il sistema.
Gli Alan sono: Alex Malaguti, voce, e Andrea Chirico, arrangiatore e chitarrista polistrumentista, entrambi attivi nell’underground italiano da più di 20 anni. Il loro progetto nasce durante il primo lockdown con cicli di sessioni creative online, mosso dall’esigenza di mettere in musica temi di attualità, dalla politica al senso civico, dai sentimenti ai rapporti umani, con un invito alla riflessione e all’introspezione. A maggio 2021 esce il loro primo singolo Tempi bui, piazzandosi alla posizione numero 30 della classifica degli indipendenti come singolo autoprodotto, seguito da Storia perfetta uscito a gennaio 2023. NERO è il loro primo EP, anticipato dall’uscita dell’omonimo singolo ad inizio aprile.
Nel comunicato avete scritto; Canti di ribellione, di denuncia, di lucida consapevolezza: è il cantautorato maturo del duo post alternative anni ’90. Mi spieghi questa vostra dichiarazione di intenti?
Notiamo con grande dispiacere che molti musicisti, provando prima la strada dell’autorato, decidano di scrivere canzoni generiche, facilmente collocabili nei dischi di chiunque. Canzoni intercambiabili dal non
raccontare nulla di veramente attinente alla vita di chi le ha scritte. In italia poi, la figura del cantante e’ spesso staccata da quella dell’autore perche’ abbiamo perso la capacita’ di raccontare le cose. Noi vogliamo
cantare di cio’ che sentiamo e proviamo. Facciamo Musica per questo. Siamo mossi da un autentico spirito di condivisione delle nostre esperienze. Siamo uomini di 40 anni che qualcosa della vita la hanno vista e
siamo adulti consapevoli della realta’
Fin dal primo ascolto mi sembrano molto chiari alcuni punti di riferimento; la musica elettronica e i Depeche Mode..che ne pensi?
Fare musica in due e’ molto difficile se non si ha una band di supporto. In realta’ sia io (Andrea) che Alex veniamo da ascolti molto chitarrosi e rock. Gli ALAN sono nati con il preciso intento di sovvertire
quello che e’ il nostro ascoltare musica comune. L’electro rock e’ un modo per incontrare di gusti di entrambi. I Depeche Mode sono tra i nostri ascolti come lo sono stati per i Bluvertigo e tutta la scena elettronica italiana anni 90.
Nel nostro spotify pero’ risuonano spesso U2, Radiohead, Battiato, REM, Smashing Pumpkins, Foo Fighters, Red Hot Chili Peppers e tanto indie italiano e straniero
Sono sicuramente tempi bui quelli di oggi… tra il covid prima e la guerra ora… che percezione avete del mondo esterno al vostro microcosmo Alan?
Le cose si possono sempre cambiare mantenendo i piedi per terra. Trovo che la capacita’ che ha avuto molta gente di esprimere opinioni ad una grande platea, abbia portato ad una sorta di relativismo oscurantista in cui
comprendere cosa e’ reale e cosa no e’ diventato impossibile. Ci siamo involuti. Come razza umana, giochiamo a fare i luminari pur navigando nelle tenebre. Forse varrebbe la pena fermarsi un attimo per comprendere cosa
realmente vogliamo dalla nostra vita. Serve riflessione, serve fermarsi perche’ la corsa verso il baratro sembra inarrestabile
Tutti brani hanno un appeal secondo me molto forte. Sarei stato molto in dubbio su quale pezzo puntare.. Cosa vi ha fatto decidere di puntare a Nero?
In primis, ti ringrazio per il bellissimo complimento. La scelta di Nero e’ arrivata perche’ in fondo e’ un pezzo molto viscerale, diretto, senza compromessi, poco calcolato. E’ esattamente frutto di cio’ che vuole esprimere.
Baudelaire diceva che “chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere” e noi, quella parte sopita vogliamo urlarla al mondo perche’ in fondo non si deve avere pudore di come si e’ fatti.
Accettare i propri lati oscuri ci fornisce un modo per tenerli sotto controllo e per renderci persone consapevoli ed equilibrate. Reprimere invece e’ un modo per esplodere
In questo magma di uscite discografiche che è ormai spotify, quale pensi che sia il punto forte che può far fare il salto a un gruppo come il vostro?
Io credo che i contenuti facciano la differenza. Si puo’ scrivere una canzone equilibrata con attenzione ai contenuti, alla gradevolezza della musica senza per forza doversi piegare ad alcun target.
Non abbiamo una struttura che ci impone di ragionare a tappe forzate. Purtroppo fare i dischi e’ facile ma dire alla gente che questi esistono e’ impossibile. Ci vuole anche una buona dose di fortuna
se non si hanno fonti di sponsorizzazione illimitate. Per gli artisti famosi e’ facile “licenziare” le case discografiche dichiarandosi indipendenti perche’ tutto sommato un nome ce l’hanno. Gli emergenti cosa
possono fare? Il passaparola e’ sufficiente per diventare fenomeni capillari? Non credo… Penso che la chiave di volta sia in un collettivo di creativi che creda nel progetto e che ci aiuti a valorizzare quello
che vogliamo fare e dire. Non parlo di soldi, parlo di persone entusiaste di lavorare sulle idee