Abbiamo chiesto a Paolo Tocco come fa a far tutto

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Era da un po’ di tempo che non facevamo qualche domanda ad un addetto ai lavori, a qualcuno che lavori nella musica ma restando nell’ombra.
Oggi è il turno di Paolo Tocco che racconta di Protosound e della sua arte.

Intervista a cura di Angela Mingoni

Caro Paolo, intanto benvenuto.
Se mi chiedessero di usare un termine per definirti userei senza ombra di dubbio “multitasking”.
Tu fai davvero di tutto, sempre nel campo della musica. 
Vuoi descrivere brevemente i tuoi mille impegni ai nostri lettori?
Brevemente eh! Che poi le domande specifiche te le faccio io!

Brevemente?!!!! Mamma mia. Ci proviamo cara Angela.
Beh tutto nasce dalla mia canzone d’autore. Sono un cantautore che proprio in questi giorni ha dato alla luce il suo secondo disco “Il mio modo di ballare”.
Poi scrivo tantissimo di musica su webzine, sono redattore sul famoso mensile Raropiù con cui facciamo speciali e interviste…porto avanti una redazione di poche persone ma ottimi collaboratori con cui curiamo le pubblicazioni di molti dischi di cui sono responsabile di comunicazione (ufficio stampa o promoter) oppure parliamo di dischi di cui sono editore…eh si perchè sono anche discografico. Gestisco la casa discografica Protosound Polyproject (www.protosound.net) assieme a Giulio Berghella…e poi ancora ho prodotto personalmente alcuni dischi, proprio come si faceva un tempo occupandomi a mie spese di tutto, dalla registrazione alla grafica passando per la promozione. In catalogo ho moltissimi artisti della scena locale (Abruzzo) ma anche diversi nomi sul territorio nazionale come i Kamikazes di Andy MacFarlane, i Rekkiabilly, Zibba con cui abbiamo vinto un Tenco nel 2012 e Sanremo nel 2014 e tanti altri…e poi ho fatto RADIO per anni, prima con il format del MEI che ho ideato e prodotto personalmente dal titolo RadioIndie Music Like, format che successivamente è diventato Tutti I Topi Vogliono Ballare, appuntamento settimanale con ospiti rigorosamente dal vivo…ne è nata anche una compilation che trovato tutt’ora su Xl di Repubblica. Ah dimenticavo: scrivo anche lì!!!! Meno male che tutto questo oggi è dimostrabile con un click se no sai che figura da megalomane che farei???!!!! :)))

Io vorrei esplorare prima di tutto il tuo lato “imprenditoriale”, ti prego passami il termine.
Protosound non solo offre l’appoggio come ufficio stampa, ma è anche label.
In un intervista precedente (leggi anche Ghost Record, ndr) abbiamo appurato come label ed ufficio stampa viaggino di pari passo. Lo stesso accade dunque anche per Protosound.
Come lavora la tua creatura?

Parliamo con occhio imprenditoriale. Quella che si chiama Casa Discografica in realtà è una vera e propria azienda depositaria di edizioni e quindi di tutti gli anelli della catena di produzione. Ha gli studi, ha le sale prove, ha le sale di mastering, ha l’ufficio grafico, l’ufficio di comunicazione e tutto quanto il resto. Mentre scrivo sto ascoltando il vecchissimo vinile di Banana Republic quindi mi viene da pensare subito alla RCA. Te la ricordi? Era tutto questo. Aveva il campo di calcio e il bar. Oggi c’è un centro commerciale tanto per dire…
Beh la Protosound, in piccolo ovviamente, ha cercato di fare questo. Grandi studi di registrazione, uno studio di mastering affiliato, il grafico, l’ufficio di comunicazione e l’ufficio editoriale. Tutto camminava mano nella mano, tutto deve rispettare un tempo, un’immagine, uno stesso logo…un disco della Protosound – come di qualsiasi altra label – deve prima di tutto veicolare l’immagine di quell’azienda a cui, pian piano, il pubblico associa quel livello di qualità e quel tipo di prodotto. Pensa alle macchine. Che ne so: BMW. Se passa per strada la riconosci, dallo stemma come dalla linea della sua carrozzeria, ma magari non l’hai mai guidata ne ci sei mai salita sopra per sapere che è una BMW. Basta vederla. Poi ovviamente tutto il resto che è qualità e spessore professionale. Così quando senti un disco dovresti in qualche modo associarlo alla label, per il suono che ha, per il tipo di musica che si propone, per il tipo di grafica della sua copertina. Però ovviamente adesso sforiamo in discorsi molto teorici. La crisi oggi ha ammazzato tutto questo. Anche la Protosound non può assolutamente fare questo discorso…ma come tutti, ci proviamo.

Seguendo la pagina Facebook ed il sito di Protosound è evidente come siano entrambi molto attivi.
Come si gestisce al meglio la parte che riguarda il web? C’è qualche accorgimento che ci puoi svelare?

A dire il vero non saprei cosa dirti in merito. Nel senso che io lavoro moltissimo di pubblicazioni quotidiane. Uso il web come una vetrina per mostrare il mio lavoro. Veicolo moltissime immagini (perchè sono contenuti che si lasciano più facilmente liberi di transitare), cerco di spammare verso tutti e non solo le persone addette ai lavori. Poi tocchi un tasto sensibile perchè fondamentalmente Facebook lo odio (paradossalmente al mio lavoro). Credo che se siamo lì giochiamo alla condivisione e al rendere sociale quel che vogliamo, foto, link, video etc. Non capirò mai chi si infastidisce perchè riceve la notifica di un link o chissà cosa.
In via generale penso che le parole d’ordine siano esserci, condivisione e tantissima curiosità.
Un segreto: passo metà del mio tempo a spulciare i profili di gente che non conosco. Non immagini quante cose ricche per il mio mestiere ho scoperto a due passi da casa mia!!!

In questa intervista vorrei anche parlare di Paolo Tocco in quanto artista. Il 20 febbraio è uscito “Il mio modo di ballare” tuo secondo disco. “Aveva vent’anni” è stato il primo singolo estratto e oggi troviamo anche il singolo “Come le formiche”. Come è ricaduta la scelta proprio su questi pezzi e qual è la risposta del pubblico al tuo lavoro?
Possiamo dire provocatoriamente che tu giochi un po’ in casa? L’album è prodotto proprio da Protosound!

Gioco in casa per ovvi motivi. Hai ragione. Ma c’è da dire che il mio mestiere non è fare l’artista bensì imparare quante più cose e aprirmi quante più porte per far crescere il mio mestiere: quello di discografico. Ho realizzato un disco importante, di una grande produzione perchè possa arrivare a giornalisti importanti. Così veicolo la Protosound, la faccio crescere e magari conquisto la stima di persone che oggi non conosco ancora. E poi il mio disco è un “gioco” che vuole rallegrare l’animo che ogni tanto ha bisogno di sognare e smettere di far di conto con il lavoro. Al pubblico sta piacendo molto, sto ricevendo importanti riscontri di critica e puntiamo dritti al Tenco. A breve lanceremo anche un singolo estivo. “Aveva Vent’anni” era il primo singolo assolutamente radiofonico: impossibile non sceglierlo. “Come le formiche” mostra finalmente un esempio di quel tanto altro che c’è in questo disco sperando che serva anche a mettere a tacere quelle voci che cacciano sempre il grande De Gregori come mia musa ispiratrice. Certo, lui c’è. Ma c’è tantissimo altro…credimi.

Ti va di dare un consiglio ai nostri lettori? Le band come possono approcciarsi al meglio agli uffici stampa? Qual è in definitiva l’approccio più corretto?

Non penso ci sia un approccio definibile a priori. Di sicuro amici, e questo lo dico per tutti, credimi davvero per tutti: smettiamola di andare dietro ai FAMOSI perchè sono FAMOSI. La riuscita di una buona promozione la fa l’ARTISTA e non l’ufficio stampa.
Capiamoci: di sicuro un piccolo ufficio stampa non lavora come un grande ufficio stampa (grande perchè merita di essere chiamato tale). Però è sbagliatissimo pensare che un disco, perchè veicolato da un ufficio stampa grande, diventerà famoso o viceversa. Questo è un grande errore.
Oggi, soprattutto con i social network di mezzo, siamo tutti in condizione di comunicare con tutti. Ovviamente io conoscerò più persone del settore, di moltissime sono anche amico nella vita quotidiana, avrò marce in più, ma questo non fa di me uno che ha il potere di far uscire su Repubblica o in Tv un pezzo piuttosto che un altro. Assolutamente.
Un Artista umile, intelligente, rispettoso, che si presenta con un prodotto sano, genuino e decisamente qualitativo, ha carte preziose per raccogliere una buona comunicazione. Di tutti gli altri che millantano qualità e si presentano con prodotti mediocri e poco professionali, finiscono in un calderone dove sono ammucchiati migliaia e migliaia di nomi e dove nulla accadrà. Quasi mai. Scegliete quindi un ufficio stampa che la smetta di vendere fumo e di promettere il mondo, perchè il mondo non gira più per conto suo figuriamoci per il nostro rendiconto personale. Quindi valutate quanto è concreto nelle proposte che fa, quanto resta con i piedi per terra, diffidate da chi vi promette il tutto e il subito e soprattutto occhio a spendere anche solo un euro. Quanti sciacalli dietro l’angolo che lucrano sulla voglia e il bisogno che ha la nostra musica di venire allo scoperto.
Le grandi vetrine e i grandi palcoscenici si conquistano con anni di gavetta e anni di comunicazione. Anni di lavoro personale e fatto con qualità, rispetto e professionalità. Parliamo di Zibba per fare un esempio che ho sotto mano. Fa il cantautore da oltre 15 anni diventando oggi un artista di livello importante. Ma solo l’anno scorso, solo dopo tutti questi anni intesi e continuativi è arrivato a vincere Sanremo. E oggi continua la sua ascesa al successo che merita, senza dubbio, ma che ovviamente non è automatico ne scontato, neanche dopo aver vinto un festival così importante. Quindi amici, piedi per terra, mettiamoci in testa di lavorare duro, con molta gavetta da fare e molto, molto tempo da investire sulla comunicazione della nostra musica.
Vi lascio con un ultimo appello, più che consiglio: piantiamola di cuore e di forza con il maledettissimo quanto italiota FAI DA TE. E’ il cancro peggiore della nostra e della vostra musica. Ci sarà un motivo perchè lui si chiama FONICO, quello si chiama STUDIO DI REGISTRAZIONE, quell’altra si chiama SALA DA PRANZO e lui si chiama EDITORE. Capisco che è comodo svegliarsi la mattina e dipingersi DIRETTORI ARTISTICI di PRODUZIONE ma credetemi, non porta da nessuna parte. Date spazio e valore ai professionisti di ogni singolo ambito della vostra produzione. Dalla registrazione, alla grafica fino alla comunicazione. Siete Artisti? E allora fate gli artisti. Ai giornalisti ci pensiamo noi.

Grazie Paolo per il tempo che ci hai dedicato.

Grazie a voi e scusate se mi sono dilungato. Purtroppo le domande sono sempre molto affascinanti.
Un salutone a tutti e buona fortuna.

Contatti:
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