In occasione dell’uscita del suo ultimo singolo “Rainbow Tempo”, abbiamo deciso di fare qualche domanda a Simone Galassi, artista eclettico ed originale con un piede sospeso tra Italia e il resto del mondo; insomma, non proprio l’ultimo arrivato!
Simone, tu sei un giramondo! Hai vissuto in diversi paesi come Londra e Melbourne. Sono state proprio tutte queste esperienze a formare il Simone Galassi che oggi ascoltiamo. Ma raccontaci, qual è il paese che ti ha lasciato di più, quello di cui hai fatto più tesoro?
Assolutamente sì, le esperienze raccolte, le varie vite vissute, i personaggi con cui ho condiviso avventure che forse è meglio non star qui a raccontare, hanno formato la persona che sono oggi.
Sicuramente Londra è il posto in cui a vent’anni mi sono sentito finalmente libero di indulgere nella vita edulcorata che quella città può offrire. Ho avuto occasione di condividere il busking con preziosi artisti che non solo erano colleghi ma anche compari d’avventura.
Devo però conferire a Melbourne il titolo di “seconda casa”, in quanto la mia crescita personale è stata esponenziale durante gli anni australiani e con essa anche quella artistica, ho avuto il piacere di poter collaborare con svariati artisti della scena locale, con i quali tutt’oggi sono costantemente in contatto.
Alla fine sei comunque tornato in Italia, convinto di questa scelta? Cos’ha il nostro paese in più rispetto agli altri? E cosa in meno?
Sicuramente l’Italia porta sulle sue spalle millenni di storia che credo abbiano un enorme peso sulla collettività sociale, un po’ come se tutti noi sentissimo le gioie e i dolori dei nostri avi. Questo ha dei lati estremamente negativi per la difficoltà al cambiamento e l’accettazione di un progresso che magari si distanzia dalle tradizioni locali che soprattutto nel nostro paese si differenziano in 20 regioni e modi di pensare differenti. D’altro canto però è anche il fascino della nostra terra, quell’elemento che ci rende così unicamente affezionati a questo paese, la nostra capacità di essere sempre autentici. Questo è il motivo per cui sono tornato e non me ne pento neanche un po’!
Parliamo un po’ di musica. “Rainbow Tempo” è una vera e propria filosofia di vita, come hai trovato il tuo “rainbow tempo”?
Ci ho messo svariati anni a trovare il mio “rainbow tempo”, non come canzone in sé, ma come attitudine alla vita. Credo sia fondamentale riuscire a trovare durante ogni giornata un momento in cui siamo completamente dentro l’esperienza della nostra realtà, senza passato, né futuro, solo quel momento in cui possiamo soffrire, gioire, essere deboli, condividere il nostro tempo con le persone che amiamo, senza però essere condizionati da schemi mentali sabotatori che possono solo impedirci di vedere le cose per quello che sono.
Questo è il tuo secondo singolo, come sta reagendo il pubblico? Sei soddisfatto del riscontro che stai ricevendo?
Il pubblico sta reagendo molto bene, credo che il brano stia riuscendo a comunicare quello che doveva. Inoltre nonostante non sempre sia importante, ha trovato anche degli ottimi riscontri nella critica che sembra apprezzare la ricerca sonora di un mood che accompagna le nostre giornate.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? E’ in arrivo un album?
Sì, è in arrivo un album! Non vedo l’ora che lo possiate ascoltare per intero. Al momento ci sono varie cose che bollono in pentola, sicuramente continueremo a dare qualche assaggio prima dell’uscita del disco.
C’è un artista con cui sogni di duettare?
Mi piacerebbe molto poter duettare con Loretta Goggi, creando una nuova versione di “Maledetta Primavera”, una canzone che mi ha sempre colpito sin dall’infanzia. Sarebbe bellissimo far convivere la mia interpretazione del brano con la classe intramontabile dell’originale. Chissà magari un giorno Loretta accetterà!